Strage di Ustica, "missile di Israele ha abbattuto il Mig sul quale volava Gheddafi, ma Andreotti venne informato dal Sismi da Santovito e salvò il leader libico"
Nella giornata in cui la procura di Roma chiede l'archiviazione sulla strage di Ustica perché "senza risposta la provenienza dei caccia", è bene ricordare una delle piste da non scartare sul caso e che vede come protagonista Israele
Nella giornata in cui la procura di Roma chiede l'archiviazione sulla strage di Ustica perché "senza risposta la provenienza dei caccia", è bene ricordare una delle piste da non scartare sul caso e che vede come protagonista Israele.
Strage di Ustica, "missile di Israele ha abbattuto il Mig sul quale volava Gheddafi, ma Andreotti venne informato dal Sismi da Santovito e salvò il leader libico"
Israele che si sarebbe reso protagonista del lancio del missile contro il Mig su cui volava Gheddafi. Il leader libico sarebbe volato a Belgrado per comprare delle armi, e gli israeliani avrebbero utilizzato quell'occasione per eliminarlo poiché loro obiettivo numero uno. Gli israeliani seppero della presenza di Gheddafi dai servizi francesi. Tuttavia a correre in soccorso dell'ex politico libico sarebbe stato Giulio Andreotti. Quest'ultimo avrebbe ricevuto l'informazione dal Sismi dal generale Santovito, ed avrebbe informato Gheddafi sulla cosa. Il leader libico si sarebbe salvato e poi un aereo lo avrebbe riportato a Tripoli.
La versione di Amato
Anche Giuliano Amato ne ha parlato: "Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. E il piano prevedeva di simulare un’esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario".
Gheddafi, però, "fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il DC-9". Come ha fatto il Raìs a scampare all’attentato? Amato ha fatto il nome di Bettino Craxi: "Quando da sottosegretario alla Presidenza ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere a palazzo Chigi le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba esplosa dentro l’aeromobile".
"Ovviamente mi chiedevo perché venissero a dirmi queste falsità. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna". Ma Craxi, ha ricordato Amato "era insofferente alle mie perplessità sulle tesi dei generali. Andavo da lui per avere sostegno sui fatti che secondo me le smentivano e lui mi diceva senza mezzi termini che dovevo evitare di rompere le scatole ai militari. Avrei saputo più tardi – ma senza averne prova – che era stato Bettino ad avvertire Gheddafi del pericolo nei cieli italiani. Non aveva certo interesse che venisse fuori una tale verità: sarebbe stato accusato di infedeltà alla Nato e di spionaggio a favore dell’avversario".