Salò revoca cittadinanza onoraria a Benito Mussolini dopo 101 anni, mozione di Civica Salò (csx), 12 sì, 3 contrari e un astenuto

La mozione è stata presentata già due volte in passato, senza essere stata approvata; su cinque consiglieri di minoranza, uno era assente, uno si è astenuto e 3 hanno votato contro

Il comune di Salò ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, dopo 101 anni. La giunta comunale della città, che un tempo era capitale della Repubblica Sociale Italiana, ha votato la mozione presentata dal centrosinistra ed è stata approvata con 12 voti a favore, 3 contrari e 1 astenuto. Il sindaco Francesco Cagnini, della lista Civica Salò (vicina al csx), ha detto che "Nessun esponente del centrodestra ha votato a favore".

Revocata dopo 101 anni la cittadinanza onoraria di Salò a Benito Mussolini

La mozione è stata presentata dal consigliere del centrosinistra Tiberio Evoli, dopo essere stata presentata altre due volte in passato ma sempre respinta. Questa volta invece è stata accolta: con 12 voti a favore, 3 contrari e 1 astenuto, la città di Salò revoca la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, a 101 anni dal conferimento (risalente a maggio del 1924). Il sindaco Francesco Cagnini, 29enne esponente della lista Civica Salò, ha dichiarato che non il comune non intende "cancellare la storia ma affrontarla. È un gesto che ha il compito di costruire consapevolezza e riflessione su ciò che è stato il fascismo per l'Italia e Salò, ricordando che questi valori non hanno più cittadinanza nell'Italia di oggi". 

La maggioranza, di centrosinistra, ha votato compattamente per revocare la cittadinanza, con 12 voti a favore; dei cinque consiglieri di minoranza "uno era assente, uno si è astenuto e tre hanno votato contro. La mozione è passata solo perchè la maggioranza ha votato in modo unanime a favore" ha fatto sapere il sindaco Cagnini. Il gruppo di destra Difendi Brescia ha dichiarato in merito che la revoca della cittadinanza è un "atto puramente ideologico e inutile. Nessun provvedimento locale potrà mai cancellare i seicento giorni della Repubblica sociale italiana, che resta un fatto storico indelebile. Invitiamo il Comune a concentrarsi su problemi concreti e a non alimentare divisioni ideologiche sterili".