Bimba uccisa da pitbull ad Acerra, esito autopsia: "Morte causata da rottura collo", ma le cose non tornano: nessuna traccia ematica nella bocca del cane, i sospetti sul padre
I risultati dell'autopsia sulla piccola di 9 mesi sbranata dal pitbull mentre il padre dormiva e la madre era a lavoro. "È stata morsa più volte, la rottura del collo ne ha causato il decesso". Aumentano i sospetti del padre, i vicini: "cane pericoloso, avevamo paura"
La piccola Giulia Loffredo "è morta a causa della rottura del collo", lo rivelano i risultati dell'autopsia condotta sul corpo della piccola di 9 mesi, deceduta ad Acerra, nel napoletano, a causa dei morsi del pitbull di famiglia nella notte tra sabato 15 e domenica 16 febbraio. Ad accorgersi tardivamente della tragedia, il padre 25enne, che si sarebbe svegliato e avrebbe trovato la bimba in un bagno di sangue.
Qualcosa non torna, sul pitbull "nulla da riferire" e dichiarazioni contrastanti del padre
La procura di Nola aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto l'autopsia sul corpo della bambina. Indagato il padre, 25enne, che si trova ora a piede libero. Domenica scorsa il giovane è risultato positivo ai cannabinoidi (hashish), circostanza che complica la sua posizione già precaria a causa delle aggravanti su reati commessi sotto effetto di stupefacenti.
Sono ancora in corso invece le indagini sul cane, affidato all'Asl Napoli 2 Veterinaria: al momento non è stata accertata la presenza del dna della bambina nella bocca di Tyson, il pitbull di 25kg assieme alla famiglia da 8 anni. Mentre sulla testa di Laika, una femmina meticcia di 14 kg adottata nel 2023 dal canile della zona, è stata rivelata una traccia di sangue, verosimilmente da "imbrattamento" con il corpo della piccola Giulia.
Sono state predisposte delle indagini ulteriori, inclusi gli esami sulle feci del pitbull, i cui risultati sono attesi tra 7-10 giorni. Nicola Ambrosio, responsabile ufficio veterinario dell'Asl Napoli 2, dove si trovano i due cani, ha riferito che dopo molteplici controlli non sono stati rilevati "segni che potrebbero far pensare a cani non controllati", ha poi continuato: i cani "non hanno manifestato segni di aggressività né di intolleranza anche visiva. Non c’è nulla da riferire al magistrato".
Questi dichiarazioni risultano discordanti con le rivelazioni della gente del quartiere della famiglia che hanno parlato invece di un cane "pericoloso" che era già scappato di casa e: "aveva sbranato un altro cane piccolissimo”. “Tutti avevano paura perchè abbiamo bambini", hanno sottolineato. Il pitbull, peraltro, non aveva microchip.
I nonni materni: "Gli ho detto centinaia di volte di togliere quel cane dall’appartamento"
I sospetti si moltiplicano sul padre 25enne, che davanti agli inquirenti aveva dato fin da subito versioni contraddittorie. Dapprima aveva dato la colpa ad un randagio, poi aveva detto che la bimba era stata attaccata dal pitbull di famiglia. Il principale indagato ha poi ceduto di fronte agli agenti ed ha ammesso di essersi addormentato mentre la bimba era accanto a lui sul letto e non sulla culla. "Stavano guardando insieme la partita", ha riportato il legale del padre, "poi la bambina si è addormentata e lui è caduto in un sonno profondo", senza aggiungere ulteriori dettagli utili alla ricostruzione della vicenda. "Era stanco, fa due lavori per mantenere la famiglia", hanno commentato i nonni materni.
Quando è avvenuta la tragedia la madre stava lavorando in una pizzeria, come è stato accertato dalle indagini. Il padre ha dichiarato di essersi poi recato alla clinica con la bambina piena di ferite al volto e al cranio "in ciabatte”, a piedi perché era "vicino a casa”, senza aver prima chiamato un’ambulanza o i soccorsi perché: “temevo che il pronto soccorso per i bambini fosse chiuso a quell’ora” ha detto. Inutili i tentativi di salvare la piccola alla clinica Villa dei Fiori: la bimba era già arrivata priva di vita in arresto cardiocircolatorio.
La procura non ha escluso la possibilità che il padre si sia allontano dall'abitazione, lasciando la figlia sola con il cane, ed ha quindi acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza. I nonni materni hanno dichiarato: "Gli ho detto centinaia di volte" [al genero] di togliere quel cane dall’appartamento". Secondo alcune indiscrezioni, è possibile che il padre abbia proceduto a lavare la bocca al cane, una volta resosi conto della tragedia e delle conseguenze, per eliminare qualsiasi traccia. Questo spiegherebbe il ritardo nel correre al pronto soccorso, peraltro vicino all'abitazione della famiglia. Le indagini comunque proseguono, nel frattempo questa mattina al Duomo di Acerra si sono tenuti i funerali della piccola Giulia Loffredo in forma privata. La famiglia chiede ora riservatezza.