Genova, clochard viene arrestato per molestie, giudice lo mette fuori e torna a perseguitare la stessa donna
L'uomo era stato già colpito dall'ammonimento del questore e dal daspo urbano, ora è scattato il codice rosso e la vittima spera che possa restare in carcere
È stato arrestato due volte nel giro di tre giorni, prima dai carabinieri e dopo dalla polizia. Perché ha molestato con insistenza una donna. Una barista del quale l’uomo, un ucraino senza fissa dimora di 46 anni, si è invaghito al punto tale da perseguitarla anche all’interno del negozio di Pra’ dove lavorava come commessa. Davanti ai clienti. Una situazione da codice rosso, che ha allarmato le forze dell’ordine. Prima i militari e dopo gli agenti, chiamati dalla vittima - una trentenne genovese - esasperata dalle molestie incessanti, hanno messo le manette ai polsi del senza tetto.
Inizialmente il giudice aveva convalidato il fermo, sottoponendo il quarantaseienne all’obbligo di presentarsi tutti i giorni in commissariato a Cornigliano. Misura che però è stata ignorata dall’indagato (così come è stato ignorato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna, del resto). Adesso la richiesta dell’accusa è il carcere. Un incubo quello vissuto dalla donna, perché lo stalker non si è mai fermato, nonostante sia stato colpito da numerose restrizioni. Pure dall’avviso orale del questore e da una sorta di daspo urbano dell’ufficio Anticrimine, limitato ad alcune strade del quartiere dove abitava e lavorava la negoziante. Regole che il clochard di origine ucraina ha disatteso ogni volta, spesso a causa dell’abuso di alcol che gli faceva perdere i freni inibitori. Lo scorso pomeriggio, quando è stato eseguito l’ultimo arresto, l’ucraino è stato intercettato dagli agenti davanti al locale dove si trovava la donna. La stava insultando. E visti i precedenti i poliziotti lo hanno fatto salire sulla volante e lo hanno portato in commissariato per l’identificazione. Dopo lo hanno trasferito nella casa circondariale di Marassi, dove attenderà la direttissima.
La speranza era di soffocare l’atteggiamento aggressivo del clochard, ma l’obbligo di firma, invece di calmare l’uomo , ha fatto esplodere le sue insistenze. La trentenne, quando lo ha rivisto completamente ubriaco davanti all’ingresso del negozio dove era impiegata, ha temuto per la sua incolumità e ha chiesto nuovamente aiuto al 112. E per la seconda volta, in meno di settantadue ore, il quarantaseienne è finito in una camera di sicurezza. I suoi precedenti, e il vizio di bere, sono aggravanti che peseranno sulla prossima misura che verrà applicata al senza tetto. La vittima ha ringraziato gli investigatori: «Spero di non trovarlo più davanti al negozio», ha detto quando hanno portato via il suo persecutore.