Milano, verso Piazza Duomo: riflessioni sparse di un vecchio milanese comodamente seduto in metropolitana
A volte, la politica richiede la fermezza e il coraggio di fare scelte impopolari: “Volete la pace o i condizionatori?”
Nessuno nega che 8 miliardi di persone su questa palla siano tanti. Nessuno nega che dovremmo limitare la nostra impronta ecologica. Ciò nonostante, in pochi si rendono conto che una moderna nave da crociera inquina quanto 1 milione di automobili. L’ultima stima che ho trovato risale al 2018: in quell’anno, in Europa, le navi da crociera avevano inquinato quanto tutte le automobili in circolazione nel continente.
Un poveraccio è costretto a rottamare la propria Panda per consentire al suo vicino di casa di andare in crociera. Poi ci sono i jet privati…
I politici dovrebbero operare scelte nell’interesse generale. A volte, la politica richiede la fermezza e il coraggio di fare scelte impopolari: “Volete la pace o i condizionatori?”
Non posso accendere il camino perché fa fumo. La lobby degli spazzacamini non conta più nulla, sono lontani i tempi di Mary Poppins…
Lo tengo spento e gelo, perché il costo del metano alle stelle mi rende improvvisamente attento alla mia impronta ecologica.
Non uso l’automobile in città. Alla mia età mi vergogno a noleggiare un monopattino, così vado coi mezzi e a piedi. Scrivo, dunque osservo e immagino. Sulla metropolitana giovani fin troppo educati si alzano per farmi sedere. Accanto a me sono tutti davanti ai telefonini. Sbircio le mie vicine: su Tiktok guardano tre secondi di video e scrollano (so che per noi boomers scrollare ha un altro significato, ma tant’è). Ciascuno ha le sue preferenze: la ragazzina guarda 10 secondi di un video di trucco, la sciura milanese un video di gattini. Un intellettuale (nigeriano?) ascolta un notiziario in cuffia.
Oggi è incredibile, ma su questi stessi vagoni della linea 1 (la rossa), un tempo circolavano persone eleganti. Ora miei coetanei in sneakers e giacconi tipo esercito della salvezza si mischiano a giovanotti in carriera con cappottini troppo corti, tutti immancabilmente con lo zainetto in spalla.
Sarei curioso di conoscere l’impronta ecologica delle mie giacche di tweed vecchie di quarant’anni rispetto ai loro abitini striminziti incollati usa e getta.
Magari vanno pure in crociera…
Ho l’impressione che gli oggetti di uso quotidiano influenzino la nostra personalità. Alla solida patriarcalità dei nonni è succeduta questa fragile progenie di nipoti.
Credo che sia voluto, credo che qualcuno stia portando avanti un progetto di sostituzione di un’umanità solida e radicata con una fragile, sradicata, simile in tutte le città europee.
Il milanese è da molto tempo un’astrazione, un essere mitologico. Su circa 2 milioni di abitanti, si dice che soltanto 60 mila abbiano origini (nonni) milanesi.
In via di estinzione, faccio riflessioni da vecchio e – per fortuna – me ne rendo conto. Questo vagone della metropolitana corre verso il centro e inizia a svuotarsi: la gente va a lavorare. Gli esperti scrivono che tra pochi anni la maggior parte delle persone non avrà più un lavoro. Confinata nelle città di 15 minuti starà tutto il giorno a scrollare. Voyeurismo, onanismo senza orgasmo.
L’impronta ecologica sarà bassa: il reddito di cittadinanza erogato a tutti non consentirà di partire in crociera. Ci andranno gli influencer, strapagati per fare video di trucco e gattini. Qualcuno di loro – e certamente i gestori dei social media – viaggerà sul jet privato.
La signora con la mascherina è già addomesticata. Io, quasi quasi, torno a casa e accendo il camino.
Di Alfredo Tocchi.