Codice della Strada, allarme della società italiana di psichiatria: "I farmaci dei nostri pazienti non sono droghe, rivedere norme"

L'associazione chiede modifiche per evitare i falsi positivi nei casi di pazienti che assumono psicofarmaci

Ancora opinioni contrastanti sul Nuovo Codice della Strada, entrato in vigore lo scorso 14 dicembre. La Società Italiana di Psichiatria (SIP), associazione che rappresenta circa ottomila psichiatri italiani, ha chiesto di rivedere le norme del codice e le procedure relative ai controlli per verificare la positività alle sostanze stupefacenti. Secondo gli psichiatri i test salivari eseguiti dagli agenti possono risultare erroneamente positivi nel caso di pazienti che assumono psicofarmaci, come ansiolitici e antidepressivi.

Codice della Strada e falsi positivi

Secondo la SIP, il rischio più elevato per i pazienti che assumono farmaci per trattare malattie mentali è il falso positivo. I test salivari eseguiti dalle forze dell'ordine infatti possono scambiare farmaci come antidepressivi, ipnoinducenti e ansiolitici per stupefacenti, causando così la sospensione della patente. La procedura del Nuovo Codice della Strada prevede che le forze dell'ordine eseguano un test salivare per accertare la positività agli stupefacenti, e in seguito l'invio di campioni di saliva a un laboratorio per confermare l'effettiva assunzione. L'esame in laboratorio è molto più preciso del test rapido eseguito su strada, e può identificare le sostanze presenti nel sangue con precisione, escludendo i falsi positivi. La patente però rimane sospesa fino al risultato di questo secondo test.

Secondo la società italiana di farmacologia, il rischio è maggiore per chi assume psicofarmaci per la gestione dell'ansia o per trattare l'epilessia

Le richieste della SIP

Per evitare la sospensione preliminare della patente ai pazienti in cura, la Società Italiana di Psichiatria ha scritto al Ministero dei Trasporti chiedendo di modificare la legge; nello specifico si richiedono deroghe o esenzioni per coloro che assumono psicofarmaci per il trattamento delle malattie mentali. Nella nota rilasciata il 17 gennaio, la società afferma che "Antidepressivi, ipnoinducenti, ansiolitici e tutte le principali terapie per pazienti con malattia mentale non possono essere considerate dal nuovo codice della strada alla stregua di sostanze stupefacenti". 

La SIP richiede inoltre di poter dialogare con chi ha composto questa riforma del Codice della Strada, per poter apportare "le modifiche utili a tutelare la salute dei milioni di cittadini italiani che ogni giorno assumono psicofarmaci per potersi curare". Secondo l'associazione, il provvedimento rischia di causare "confusioni pericolosissime" per chi è in cura con trattamenti psicofarmacologici. Uno dei rischi evidenziati è che i pazienti che hanno necessità di guidare potrebbero decidere di sospendere le cure per evitare il rischio della sospensione preliminare della patente.