Capodanno di zone rosse e di maranza che la fanno da padroni. Ma arrestano due che si espongono contro le corride
Da nord a sud assalti, molestie, sotto al Duomo le turiste violate e i maranza e gli africani che insultano, irridono la polizia. "Un grande Paese?". A noi sembra il solito, imbelle coi balordi, arrogante coi deboli, come la Daniela Martani portata via per un cartello
L'Italia schizoide si ritrova con i sindaci che dalle Alpi al Lilibeo fanno le zone rosse, “stop ai delinquenti”, come diceva Simon Temple, ma valgono solo per chi delinquente non è. Mentre il Presidente predica a reti unificate sull'accoglienza e l'integrazione nelle quali saremmo carenti. Il risultato è il seguente: risse e accoltellamenti ovunque; a Milano un'orda di maranza prende possesso del Duomo e sotto la Madonnina aurea si sprecano le bestemmie, le minacce, gli “Allah akhbar”, “poliziotto fammi una sega”, e quelli fermi e zitti, come la canzone dei Maneskin, perché tali sono gli ordini. Siamo o non siamo dentro l'Europa scafista? E allora donne aggredite, palpeggiate, abbandonate alle smanie dei magrebini nella totale inerzia, secondo rituale di Capodanno diffuso nelle città di tutta Europa. Un nero nerboruto dice ai vigili “che cazzo vuoi, io vado dove voglio, io faccio cosa voglio”. Quelli immobili, sottomessi. Le zone rosse funzionano! Identiche scene fuori controllo ovunque, in tutte le metropoli e città e paesi e borghi, in quello marinaro di Porto San Giorgio, nelle Marche, hanno bruciato una macchina in un parcheggio sbarrato: è rimasta la carcassa in un mare di schiuma, qualcuno ha chiamato i pompieri ma nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Il sagrato della Chiesa grande, che sta di fronte al teatro che sta a venti passi dal rogo, ridotto a una discarica di casse altre un metro e mezzo di ordigni, petardi, botti, raudi, bombe e meno male che il Comune aveva annunciato l'immancabile giro di vite. Funzionano i giri di vite, funzionano le zone rosse! A Paternò, nella Sicilia un tempo regolata non dallo Stato ma dalle cruente esecuzioni di mafia, sfila il Bambinello neonato e subito il gruppuscolo di maranza arriva a insozzare la processione con le bestemmie, le risate, i gesti osceni, le mani a mimare le pistole, come i trapper che anziché a san Vittore vanno a Sanremo. E i politici locali: “Iih, ci vuole anche per noi la zona rossa”.
Capodanno all'insegna della riservatezza omertosa e criminale che usa a Corleone, a Platì, a Scampia, a Ponte Lambro di Milano: buon anno a tutti e ciascuno si faccia i fatti suoi. Ma niente paura, lo Stato c'è, lo Stato non arretra: ieri, vigilia della Befana, hanno arrestato due che davanti alla basilica di san Paolo in Roma esponevano un cartello contro la mattanza dei tori nelle corride. Prese, portate in questura e qui denunciate per manifestazione non autorizzata. Due donne: una esponente di Peta, l'associazione animalista, e l'attivista Daniela Martani dei reality e dei casini, delle polemiche sui vaccini e su chi fa politica sterminando orsi e nessuno mi toglie dalla testa che la abbiano voluta intimidire avendola riconosciuta. Ipotesi di reato a dir poco fantasmagorica, che come fa a stare in piedi nell'Italia dove anche ieri alcuni teppistoidi in fama di attivisti climatici hanno tirato merda su un Picasso esposto a Mantova. Da anni questi balordi con la scusa del clima creano danni per centinaia di milioni sabotando il traffico, rovinando monumenti, invadendo musei, intaccando tele inestimabili, inquinando fontane, evocando “azioni ispirate alle Brigate Rosse” e nessuno li tocca. Hanno dietro i fondi dei Soros, dei petrolieri ipocritamente convertiti al green, tutti premiati da Biden, suonato ma di più carogna. Anche se ultimamente i soldi da questi padroni della finanza farabutta sono mancati, siccome le azioni dei nostri ambientalisti all'italiana si sono rivelate per lo più sterili, insomma non hanno fatto sul serio, non hanno ammazzato nessuno. E i Soros, i Getty, i Kennedy vaccinisti e umanitaristi hanno chiuso i rubinetti in Italia.
La denuncia o identificazione alla Martani delle mille apparizioni e delle mille polemiche non avrà seguito perché l'accusa è da Fantasilandia: manifestazione non autorizzata per due che espongono un cartello? A questa stregua si può applicare a chiunque esprima a voce alta un qualsiasi concetto, quanto a dire l'anticamera del regime totalitario, nordcoreano che è quanto si vuole dimostrare. Denunciate o identificate che fossero, le due donne hanno subito un sopruso di potere. Le nostre democrazie sono passate dal liberalismo espressivo di Hyde Park alla paranoia repressiva per cui chi fuma da solo, in un parco, di notte, può venire multato, arrestato dagli stessi vigili urbani che non fiatano se un nero nerboruto gli ringhia “toglietevi dal cazzo io vado dove voglio”. E non reagiscono: ci sono i video, che i giornali mainestream pubblicano con giusto orgoglio, essendo foraggiati dalla stessa cricca che mantiene i teppistoidi climatici. Anche a Porto San Giorgio, dove hanno un po' il complesso dei piccoli, imitano le cretinate bolognesi o meneghine, hanno messo il limite dei 30 all'ora per un lungomare dove d'inverno passa sì e no una macchina ogni dieci minuti: la religione woke è sacra, la causa del pianeta è salva! Quanta famigerata CO2 sarà stata sprigionata nel rogo, sicuramente punitivo, di una macchina dentro un parcheggio chiuso? Quanta nella Beirut di esplosioni che io ho sentito sotto casa mia per almeno due ore? Il nostro governo emana i codici punitivi e si vanta, dice che siamo un grande Paese, “una grande nazzione”, manco fossimo tornati a comandare come per la riapparizione dell'impero sui colli fatali di Roma. Forse andrebbe spiegato ai maranza, rigorosamente impuniti come i vandali e i balordi che escono dai commissariati e vanno in televisione a vantarsi, riveriti, esaltati. A noi sembra il Paese schizoide di sempre, bastardo con chi riga dritto, imbelle coi balordi. Il fermo, sia pure per poche ore, di due donne con un cartello contro le corride, due ingenue che si rivolgono a un papa che odia gli animali e non lo nasconde, che sovvenziona i peggiori ceffi del sovversivismo estetico, ci riporta alle rincorse degli sbirri ai podisti solitari in spiaggia nel tempo del Covid, ci ricorda i vigili urbani che con fare guappesco ti venivano incontro, “ehi tu! Dove sta la mascherina? Seguici alla macchina e tira fuori i documenti”. Così, come a un parente un po' scemo. Ma non ero parente e non ero scemo e quando gli rispondevo che i documenti erano inutili visto che mi conoscevano benissimo, e comunque favorissero anche i loro, che gliela avrei fatta pagare cara, li avrei fatti diventare non famosi ma famigerati, sbiancavano, “ah, sì, Del Papa, ti conosciamo, per questa volta puoi andare”. E me ne andavo ghignandogli in faccia ma senza nascondermi che altri invece ci cascavano, si spaventavano, si piegavano al sopruso non avendo le mie risorse. Che eravamo già con i piedi dentro al regime.