La Spezia, l'autopsia non risolve il giallo dell'uomo trovato senza vita nel bosco di Vezzano Ligure
I carabinieri stanno investigando sugli ultimi giorni di Enrico Albero: dalla lite con la moglie a possibili screzi con qualcuno che poi lo ha aggredito
L’autopsia sulla salma di Enrico Albero, trovato morto da un passante nelle campagne di Vezzano, non ha fugato i dubbi su quello che resta ad oggi ancora un giallo. La patologa forense, Susanna Gamba, che ha ricevuto l’incarico di eseguire l’esame dal pm della procura Alessandra Conforti, non avrebbe rilevato tracce sul corpo compatibili con un’aggressione finita tragicamente ma il responso è ancora prematuro. Il medico legale, che ha richiesto 60 giorni di tempo per giungere alle conclusioni dell’autopsia durata circa quattro ore, svolgerà ulteriori esami tossicologici per chiarire cosa sia successo all’idraulico di 64 anni.
Non è escluso che l’uomo abbia assunto sostanze particolari e anche medicinali per cui era in cura, che possano averlo in qualche modo stordito e poi il freddo della notte lo ha portato alla morte. L’uomo, dopo un’accesa discussione con la moglie, prima di sbattere la porta di casa alle proprie spalle, si era ferito sbattendo il capo contro un mobile. Quindi alterato si è allontanato a Vezzano nella sua casa di campagna e qui potrebbe essersi sentito male cadendo contro una rete metallica posta sul ciglio della strada. E probabilmente anche per il gelo e la pioggia, l’idraulico potrebbe avere perso i sensi a causa dell’ipotermia. Ancora inspiegabile il ritrovamento del corpo a torso nudo, senza scarpe e incastrato in una rete di filo spinato ai piedi di una pianta di grosso fusto.
Intanto i carabinieri del comando provinciale hanno scavato negli ultimi giorni sulla vita privata della vittima e sulle relazioni che l’uomo aveva con amici e conoscenti, sulle sue frequentazioni e in particolare hanno messo sotto la lente d’ingrandimento anche i movimenti bancari del suo conto corrente per verificare che non ci siano zone d’ombra. Gli inquirenti e lo stesso magistrato si interrogano se davvero c’erano nella sua vita dei punti oscuri e se qualcuno gli volesse così male. La zona dov’è stato trovato il cadavere e anche poco distante il Suv, lungo la provinciale che collega Carozzo al borgo storico di Vezzano, spesso frequentata da tossicodipendenti.