Caso Cecilia Sala, iraniano Abedini chiede domiciliari a Milano, Teheran valuta espulsione della giornalista, sul tavolo anche scambio prigionieri

La giornalista in carcere da 12 giorni mentre si gioca una complessa partita giudiziaria tra Italia, Iran e Stati Uniti

Il ministero degli Esteri iraniano ha fornito all’ambasciatrice Paola Amadei un elenco di avvocati tra cui scegliere il difensore di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta nel carcere di Evin. Tra i nominativi figura un legale noto per rappresentare frequentemente detenuti stranieri, e potrebbe essere lui a occuparsi del caso.

Dopo dodici giorni di isolamento, Sala ha ricevuto un pacco inviato il 27 dicembre dall’ambasciatrice, contenente vestiti, articoli per l’igiene, un panettone e altri beni di conforto, inclusa una mascherina per dormire in una cella dove le luci rimangono sempre accese e delle sigarette.

Un secondo invio, preparato dalla rappresentanza diplomatica italiana, è in attesa di consegna, mentre il viceministro iraniano Vahid Jalalzadeh ha promesso il rispetto di condizioni minime di benessere per la giornalista incarcerata.

La richiesta dei domiciliari per Abedini 

Tuttavia, il vero nodo da sciogliere resta la complessa dinamica legale che coinvolge Sala e l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini-Najafabani, detenuto in Italia e gravato da una richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

Il ministero della Cultura iraniano ha formalizzato le accuse contro Sala, citando una generica violazione delle leggi della Repubblica islamica. Questa vaghezza rafforza l’ipotesi che il suo arresto sia una ritorsione per la detenzione di Abedini, arrestato il 19 dicembre, poco dopo un’udienza in cui era stata negata l’estradizione. L’assenza di accuse specifiche, però, lascia aperta l’opzione di una rapida espulsione della giornalista, evitandole un processo penale.

Parallelamente, la difesa di Abedini ha presentato una richiesta per gli arresti domiciliari, misura che Teheran potrebbe considerare un gesto di apertura. Gli Stati Uniti, però, accusano l’ingegnere di violazioni legate all’esportazione di armi che la Russia avrebbe utilizzato nella guerra in Ucraina, ma anche di sostenere i pasdaran, il Corpo di guardie della rivoluzione islamica considerati come gruppo terroristico dagli americani. Le pressioni degli USA complicano il quadro in quanto il tribunale del Massachusetts ha fatto sapere ai giudici italiani, tramite il Ministero della Giustizia, che i domiciliari per Abedini potrebbero permettergli la fuga.

Il nodo tra Italia, Iran e USA

Ma eventuali decisioni politiche italiane potrebbero favorire la liberazione di Sala. Nel caso in cui l’Iran garantisse che Abedini non tenterà la fuga, i giudici italiani potrebbero essere più propensi a concedere i domiciliari, una mossa che potrebbe smuovere la situazione e accelerare il ritorno della giornalista. Se invece i giudici negassero i domiciliari, il Guardasigilli Nordio potrebbe richiedere gli arresti a fini estradizionali, una soluzione che potrebbe andare bene all’Iran, ma che potrebbe incrinare i rapporti tra Italia e Usa.