Butac, finti fact-checker e censura sul vaccino Covid: Pfizer ammette "Donne incinte con 4 volte anomalie su bambini", ma chi li pubblica prende "per i fondelli i lettori"

I finti fact-checker censurano gli studi sul vaccino Covid e ritengono che chi non si adegua al mainstream "prende per i fondelli i lettori"

Butac e i finti fact-checker censurano gli studi ufficiali sul vaccino Covid e tacciano chi li pubblica di prendere "per i fondelli i lettori". Un articolo del GdI del 2 dicembre scorso riportava un'analisi dello studio Pfizer sulle anomalie causate dal vaccino Covid alle donne incinte e ai bambini. L'articolo era intitolato: "Vaccino Covid a donne incinte, studio Pfizer ammette l'aumento di 3,9 volte del tasso di anomalie congenite e ritardi nello sviluppo dei neonati".

Vaccino Covid a donne incinte, studio Pfizer ammette l'aumento di 3,9 volte del tasso di anomalie congenite e ritardi nello sviluppo dei neonati

Lo studio è stato pubblicato in via definitiva il 29 ottobre 2024, dopo numerosi aggiornamenti. La prima pubblicazione dei risultati era avvenuta il 14 luglio 2023, più di un anno fa. Gli aggiornamenti graduali, necessari ai fini della raccolta dei risultati, sono stati effettuati nel corso di 4 anni. Lo studio clinico randomizzato sui vaccini Covid iniettati a delle donne in gravidanza, intitolato "To Evaluate the Safety, Tolerability, and Immunogeneticy of BNT162b2 Against COVID-19 in Healthy Pregnant Women 18 Years of Age and Older", iniziato il 16 febbraio 2021, aveva stimato un'iscrizione iniziale per 4mila donne in stato di gravidanza, 683 quelle iscritte, 348 le partecipanti effettive.

Le partecipanti erano donne sane (dai 18 anni in su) che si trovavano tra la 24esima e la 34esima settimana di gestazione. Era richiesto specificamente che si trattasse di donne sane con gravidanze singole non complicate. Due i gruppi di studio, al primo dei quali era stato iniettato il vaccino Covid, al secondo era stato somministrato per via intramuscolare un placebo. La scelta per la suddivisione tra i due gruppi era avvenuta in maniera randomica. Il primo periodo di osservazione e analisi riguardava il primo mese dopo il parto del neonato, le donne non erano ancora a conoscenza di cosa fosse stato somministrato. Il secondo intervallo di osservazione ed analisi riguardava invece solamente le donne vaccinate, tenute sotto monitoraggio fino a 6 mesi dopo il parto. Non emerge dallo studio la motivazione per la quale sia stato scelto di escludere dal secondo intervallo di osservazione le donne a cui era stato somministrato il placebo.

Dai risultati pubblicati dalla casa farmaceutica è stato accertato che la somministrazione del vaccino Covid nelle donne in gravidanza aumenti il tasso di AESI, cioè di eventi avversi di particolare interesse anche gravi, come anomalie congenite e ritardi nello sviluppo dei neonati nei primi sei mesi dopo la nascita. Un fattore che è stato registrato come 3,9 volte superiore rispetto a coloro cui era stato somministrato il placebo.

Butac censura gli studi ufficiali sul vaccino Covid e attacca il GdI accusandolo di "prendere per i fondelli i lettori"

Il sito "fact-checker" Butac attacca il Giornale d'Italia, accusandolo di fare falsa informazione. Secondo il sito "fact-chcker", lo studio "non indica affatto quanto sostengono", tacciando come "fake" l'analisi dello studio fatta dal GdI: "Riportare dei numeri senza contesto può essere fuorviante per i lettori". Nell'articolo che dovrebbe smentire l'analisi, Butac afferma anche: "L'ennesimo perfetto esempio di presa per i fondelli del lettore".

Ne risulta dunque che chiunque non si adegui al mainstream e chiunque cerchi di analizzare degli studi ufficiali che potrebbero portare alla luce delle verità scomode o, quantomeno, spiazzanti rispetto alla comune linea di pensiero, prenda "per i fondelli i lettori". Il GdI ha tentato di contattare Butac per richiedere dei chiarimenti. L'articolo del 2 dicembre riporta infatti i dati di uno studio ufficiale della Pfizer. Nessuna opinione e tantomento nessun tentativo di rivalutare i dati secondo delle interpretazioni non coerenti con quanto riportato.

Il GdI ha risposto agli attacchi mossi dal "sito di bufale", entrando nel merito dello studio stesso e riconfermando ciò che già veniva analizzato nell'articolo "Vaccino Covid a donne incinte, studio Pfizer ammette l'aumento di 3,9 volte del tasso di anomalie congenite e ritardi nello sviluppo dei neonati". "Il dato da noi riportato nel testo e di cui Voi scrivete 'non c'è alcun riscontro nello studio', ossia 'l'aumento di 3,9 volte maggiore del tasso di anomalie congenite nei ritardi nello sviluppo dei neonati dopo l'iniezione alle donne incinte', è riportato nella tabella 19 dello studio stesso [immagine soprastante, ndr.] ed è il rapporto tra il 5,1 (percentuale di bambini sui quali sono stati evidenziati eventi avversi dopo la vaccinazione delle madri con Pfizer) e l'1,3 (percentuale di bambini con reazioni avverse nati da donne incinte che hanno ricevuto il placebo)", aggiungendo inoltre "Non 'abbiamo preso per i fondelli i lettori' come avete scritto, ma abbiamo riportato i numeri presenti nelle tabelle dello studio".

Nonostante fosse stata fornita una spiegazione, Butac ha risposto parlando di "decontestualizzazione dei dati"confermando però quanto riportato dall'analisi dello studio, e facendo dietrofront sull'attacco tentando di giustificarsi: "Nel nostro pezzo abbiamo effettivamente scritto che il vostro articolo 'prende per i fondelli i lettori'. Non si tratta di un insulto, ma di una critica al metodo usato" e poi ancora "ribadiamo, quindi, che la nostra contestazione riguarda il metodo".

Diversamente: la censura del mainstream consente ai sedicenti fact-checker di tacciare come "fake" le notizie (nel caso specifico le analisi) di chiunque riporti i dati degli studi ufficiali, onde poi rivalutare gli attacchi, non più sostenendo l'incorrettezza della sostanza, che inevitabilmente devono riconoscere come veritiera ed assodata, ma criticando il "metodo usato". Nel testo dell'articolo di "smentita" di Butac, nonostante la segnalazione e la presa di coscienza della fattualità dei dati riportati, non è stato tolta la frase "L'ennesimo perfetto esempio di presa per i fondelli del lettore", né tanto meno l'attacco diretto agli stessi lettori: "La cosa più triste è che - riferendosi al link dello studio - evidentemente nessuno dei loro lettori prova a verificare i fatti, si fidano a occhi chiusi".