Naspi con dimissioni volontarie, con la Manovra 2025 sarà più difficile ottenere l’assegno, come funziona la nuova indennità di disoccupazione

Con la nuova legge di bilancio il governo cambia le regole per l’ottenimento del sussidio ed estende la Naspi anche a chi si dimette

Con la nuova legge di bilancio il governo intende cambiare le regole per l’ottenimento del sussidio di disoccupazione, nel tentativo di contrastare il fenomeno delle rioccupazioni intermittenti finalizzate a richiedere la Naspi da parte dei lavoratori, o nel caso delle aziende, di evitare di pagare il ticket per il licenziamento.

La nuova norma che ha sollevato non poche polemiche avrebbe lo scopo di contrastare questo fenomeno, ha spiegato la ministra del lavoro Elvira Calderone: "Per quanto riguarda la Naspi dopo essersi dimesso da un impiego e l'instaurazione di un rapporto di brevissima durata seguita da un licenziamento ha una finalità antielusiva. Non è un riconoscimento della Naspi a seguito di dimissioni volontarie".

Necessario un requisito in più

Se il testo della legge di bilancio verrà approvato nella versione attualmente in discussione alle Camere, i lavoratori dovranno riempire una condizione in più. Il sussidio di disoccupazione sarà infatti corrisposto anche a chi si dimette volontariamente, purché risponda a dei nuovi criteri.

La Naspi potrebbe spettare anche a chi si dimette volontariamente da un lavoro a tempo indeterminato. Per avere diritto alla al sussidio, il lavoratore in questione dovrà avere almeno 13 settimane di contribuzione (3 mesi e una settimana) dalla data in cui è stato licenziato dall’ultimo impiego. Vi sarà quindi l’obbligo di registrare la propria disponibilità immediata al lavoro sul sistema informativo delle politiche del lavoro.

Concretamente un lavoratore dipendente licenziato dall’azienda e che nei 12 mesi precedenti si era dimesso dal lavoro con un’altra azienda e non ha maturato 13 settimane di contributi, non avrà diritto all’ottenimento del sussidio.

Finora la Naspi era riservata solo a chi perdeva il lavoro in modo involontario.

Cos’è la Naspi

La Naspi – Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – uno strumento di ammortizzazione sociale per i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato e viene attualmente erogata in seguito a casi di disoccupazione involontaria. Si matura il diritto a richiederla dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro subordinato e viene erogata mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive registrate nei portali dell’Inps degli ultimi quattro anni.

L’importo dell’assegno varia in base al reddito percepito nei quattro anni che precedono la presentazione della domanda di disoccupazione. Tuttavia nel caso in cui tale reddito dovesse risultare più basso rispetto all’importo che indica le legge, l’importo della Naspi è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile degli ultimi quattro anni di storia lavorativa. 

Nel caso in cui invece la retribuzione media è superiore all’importo di riferimento stabilito dalla legge, il lavoratore ha diritto ad un sussidio pari al 75% dell’importo di riferimento annuo, più il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e tale importo. L’indennità è regressiva a partire dal novantunesimo giorno, per cui si applica una riduzione del 3% per ogni mese trascorso. L'importo massimo nel 2023 era di 1.470,99 euro.