Rosanna Spatari, titolare della torteria simbolo delle proteste contro il green pass, condannata a 5 mesi per oltraggio a pubblico ufficiale nei controlli del 2021

la donna durante il processo ha dichiarato che "era in atto una forma di disobbedienza civile"

Il tribunale di Ivrea ha condannato a cinque mesi di reclusione Rosanna Spatari, titolare della Torteria di via Orti a Chivasso, in provincia di Torino, divenuta nota durante la pandemia come simbolo della disobbedienza civile e dei "no-vax". La sentenza è legata a episodi risalenti al 2021, durante la seconda ondata di Covid-19, quando la donna aveva insultato gli agenti della polizia locale intervenuti nel suo locale per identificare i clienti.

Gli insulti, secondo l'accusa, furono pronunciati in due occasioni distinte, nel corso di controlli effettuati dalle forze dell'ordine durante il periodo del secondo lockdown. Spatari è stata processata insieme al fratello, che a differenza della donna è stato assolto. I clienti erano stati accolti, durante entrambi i controlli, dalla donna anche in assenza del Green Pass. A oggi la Torteria non è più aperta.

Le testimonianze dal processo e la "disobbedienza civile" di Spatari

Spatari durante il processo avrebbe testimoniato, per difendersi, di avere informato "tutte le forze di polizia che intervenivano per sanzionare gli avventori, spiegando che era in atto una forma di disobbedienza civile, prevista dall'ordinamento giuridico. Pertanto, il mio comportamento era consono a tale disobbedienza. Le parole forti erano una reazione proporzionale ai continui e reiterati controlli, con elevate sanzioni amministrative, in risposta a mesi di vessazioni continue. Rimanere aperti e non rispettare le disposizioni normative è un diritto inalienabile; la disobbedienza per necessità o pericolo è contemplata dall'articolo 54 del codice penale. Con gli aiuti irrisori per le partite IVA, era diventato impossibile coprire tutte le spese. Migliaia di aziende hanno chiuso definitivamente tra il 2020 e il 2021".

"Era un circo di assurdità. Controlli quasi quotidiani con minacce di sanzioni, costringendomi a far uscire i clienti o a impedir loro di entrare, nemmeno per andare in bagno. Questo ha portato a uno scontro continuo. Chiedevo loro di identificarsi e di indicare le norme che autorizzavano i controlli, ma non ricevevo risposte. L’unica arma di un cittadino contro un abuso è la denuncia, ma ciò era impossibile, visto che i volti degli agenti erano coperti dalle mascherine", ha anche aggiunto Spatari.