Omicidio Cecchettin, difesa Turetta: “Non merita l’ergastolo, non è Pablo Escobar”, pm: “Ci ha preso tutti in giro”

L'arringa della difesa di Turetta il giorno dopo la richiesta d'ergastolo

Se ieri è stata la giornata che sancito la richiesta di ergastolo per Turetta, quest'oggi è toccato alla difesa spiegare le ragioni per cui il killer di Giulia Cecchettin non merita il carcere a vita. "Insussistenza delle aggravanti, della premeditazione, della crudeltà, degli atti persecutori e del rapporto affettivo", è la tesi dei legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. Durante la sua arringa, Caruso ha sostenuto che "l'ergastolo è da molto tempo ritenuto una pena inumana e degradante, le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. L'ergastolo è il tributo che lo stato di diritto paga alla pena vendicativa", asserendo che il suo assistito non merita la pena in quanto non è "Pablo Escobar".

Omicidio Cecchettin, difesa Turetta: “Non merita l’ergastolo, non è Pablo Escobar”

Per Caruso "Turetta non teme l'ergastolo, ed è dispiaciuto per essere stato descritto come una persona che mente. Difficile difendere un reo confesso per un delitto efferato, che ha fatto seguire altri reati - ha proseguito - Un giovane che priva la vita di una giovane ragazza, privandola di ricordi, speranze, progetti, si privano i congiunti di lei delle prospettive di una vita radiosa".

Per Caruso, però, non si tratta di un 'crucifige' di Turetta; "bisogna cercare di capire cosa può aver provato Filippo mentre uccideva Giulia". "Mi appello - ha detto il legale, rivolto alla Corte - al principio di legalità, non ad una sentenza giusta, ma di legalità, che vi impone di giudicare Turetta con un 'braccio legato dietro alla schiena'; il principio di legalità è la magna carta della giustizia, che protegge anche voi della Corte oltre a Turetta".

La difesa comunque Turetta merita le attenuanti generiche e non gli andrebbero riconosciute le aggravanti contestate nel capo di imputazione, ossia la premeditazione, la crudeltà e gli atti persecutori.

Pm: “Ci ha preso tutti in giro”

Nella giornata di ieri il pm Andrea Petroni aveva sostenuto come avesse avuto la sensazione di esser stato preso in giro dall'imputato, aggiungendo che Turetta "merita il carcere a vita".