Genova, il tribunale di Venezia nega il legittimo impedimento ad avvocato all'ottavo mese di gravidanza

La legale ha presentato un esposto al Csm. Il presidente dei giudici lagunari però si difende in una nota: "Il provvedimento è stato motivato correttamente"

Incinta di oltre otto mesi, dovendo affrontare una trasferta per un processo da Genova a Venezia, aveva chiesto il legittimo impedimento. Il legittimo impedimento però le è stato negato e così il collega che la sostituiva ha dovuto discutere il processo. E’ successo all’avvocato genovese Federica Tartara che ha raccontato la vicenda sui social. “Oggi e’ successa una cosa che ritengo gravissima per la mia professione – racconta –  avevo udienza penale a Venezia e avendo il parto previsto tra circa tre settimane ho chiesto il rinvio per legittimo impedimento cosi come prescritto espressamente dal nostro codice di procedura penale per le donne in gravidanza. Il giudice (donna) non me lo ha concesso obbligando il collega che avevo delegato a discutere un processo di cui non conosceva gli atti e condannando gli imputati”. “Se un giudice non e’ più sottoposto neppure al codice dove finiremo Una donna avvocato non ha neppure il diritto di evitarsi una gravosa trasferta alla 36 settimana di gravidanza?” si sfoga Tartara che ha deciso, come riporta oggi l’agenzia Adnkronos, di presentare un esposto al Csm nei confronti della giudice.

Il rigetto dell’istanza di rinvio da parte del giudice di Venezia nei confronti dell’avvocata Federica Tartara è “immune da qualsiasi censura”, e “del tutto motivato e conforme alla nota e consolidata giurisprudenza della Corte Suprema di Cassazione”, secondo cui non trova applicazione “nel caso di impedimento già noto all’atto dell’accettazione dell’incarico”, e assicura tutela “solo agli impedimenti che sopravvengono dopo la nomina e l’accettazione del mandato difensivo”. Lo sostiene in una nota il presidente del Tribunale lagunare, Salvatore Laganà, a proposito dell’esposto presentato dalla legale genovese al Csm. Il presidente del tribunale di Venezia sostiene che il procedimento nei confronti di tre coimputati ha avuto inizio l’8 marzo 2022 con la prima udienza, rinviata su richiesta delle parti per trattative sulla rimessione della querela. Non andate a buon fine le trattative, e dopo vari rinvii per ragioni di salute di uno degli imputati e per impedimento del giudice, “si alternavano ben sei difensori – nota il presidente – di cui tre nominati fiduciariamente, che successivamente rinunciavano al mandato, e tre designati di ufficio nel periodo in cui non era operativa la nomina dei difensori di fiducia”. L’8 novembre scorso, quindi, a ridosso dell’udienza di discussione fissata per il 12, è stata nominata l’avvocata Tartara, quarto avvocato di fiducia e settimo in totale, che il giorno stesso dell’udienza, tramite il sostituto, ha chiesto il rinvio per lo stato di gravidanza, con data per il parto prevista per il 10 dicembre. II pm e il difensore della parte civile ne hanno chiesto il rigetto e il giudice, “rilevato che l’impedimento del difensore era già esistente e conosciuto al momento dell’accettazione della nomina, avvenuta solo pochi giorni prima della data fissata per l’udienza – puntualizza Laganà – richiamati a verbale i principi assolutamente pacifici espressi ripetutamente dalla giurisprudenza di legittimità, rigettava l’istanza e disponeva procedersi alla discussione da parte della difesa, accordando in ogni caso la sospensione dell’udienza e un differimento orario della discussione, concordando con il sostituto difensore l’orario di ripresa dell’udienza”.