L’Anpi vede Mussolini nel Gran Sasso: Ma è davvero lui?
Allarmi! Allarmi! I Monti son fascisti, terror dei comunisti! Per i partigiani (di oggi), anche una montagna puó essere fascista: altro che fischia il sasso
L’ANPI, l’associazione nazionale dei partigiani composta da 130.000 iscritti di cui forse una decina è ancora in vita per ricordare la lotta al fascismo, è tornata a fare parlare di sé, e stavolta non si tratta del solito scontro politico rivendicato per
testimoniare la propria esistenza. No, stavolta si sono accorti di qualcosa che ha davvero dell’incredibile.
Un nuovo logo promozionale della costa teramana, che dovrebbe celebrare la bellezza naturale della zona, è finito nel mirino
dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Perché? Perché, a detta loro, il profilo del Gran Sasso, che campeggia nel logo, non sarebbe altro che l’evocazione del volto di Benito Mussolini.
Sì, avete capito bene, il Monte Gran Sasso sarebbe… Mussolini in persona.
C’è un dettaglio, un particolare visivo che fa scattare il campanello d’allarme: l’immagine della montagna, se ruotata di 90 gradi, non ricorda solo la silhouette della montagna più famosa d’Abruzzo, ma sembra anche somigliare al profilo di un
uomo con l’aria da dittatore. Per l’ANPI, dunque, siamo di fronte a un simbolo fascista mascherato da promozione turistica.
Che il Monte Gran Sasso ora assuma sembianze fasciste è una rivelazione che scuote anche i più scettici.
Gli “Sherlock Holmes” locali non hanno perso tempo e hanno subito esaminato il logo sotto ogni angolazione. Ecco il risultato: se spostiamo l’immagine di 90 gradi, il Gran Sasso sembra il volto di Mussolini.
Non un dettaglio da poco, insomma. Il comunicato dei partigiani non lascia spazio a interpretazioni: “Quel logo non
rappresenta in alcun modo il Gran Sasso o la sua evocazione, ma richiama uno dei periodi più bui del nostro Paese”, affermano con tono accusatorio.
Come se non bastasse, la polemica si è estesa anche ad altri luoghi simbolici.
A Gardone Riviera, nel Vittoriale, c’è chi giura di vedere il profilo del Duce scolpito in una collina. Insomma, a questo punto, dobbiamo davvero fare un censimento di tutte le montagne, colline e altri profili naturali per evitare che qualcuno ci veda Mussolini ovunque?
Ma torniamo alla costa teramana. La domanda sorge spontanea: siamo davvero così ossessionati dal fascismo da vedere Mussolini anche dove non c’è? Il logo, secondo gli autori, doveva celebrare la montagna, il mare e il turismo, ma a quanto
pare si è trasformato in una trappola per i cacciatori di fascisti.
O forse l’ANPI, con la sua crociata contro qualsiasi simbolo che possa richiamare ql ventennio, sta cercando nemici anche dove non ci sono per dire “esistiamo”? In ogni caso, c’è da chiedersi cosa accadrà ora. L’ANPI chiede che venga modificato il logo, e chissà che non si arrivi a un punto tale da dover modificare pure la morfologia della montagna.
In fondo, se il fascismo è ovunque, non è meglio fare attenzione a ogni dettaglio, anche quelli che sembrano innocenti? Dopotutto, come si dice: “dove c’è fumo, c’è fuoco”. Ma per questa volta, forse il fumo proviene solo dalla fantasia di chi cerca
un fascista in ogni angolo d’Italia.
Ricalcando le parole del Vate, pensando alle esternazioni dell’ANPI: me ne frego, non so se ben mi spiego.