Processo Impagnatiello, chiesto l’ergastolo, pm: "Omicidio di Giulia premeditato, il killer ha tratti di narcisismo mortale"
La requisitoria della pm Alessia Menegazzo illustra i comportamenti di Impagnatiello
Giornata importante in merito al processo su Alessandro Impagnatiello. Quest'oggi è stato richiesto l'ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno per il killer di Giulia Tramontano. Un omicidio considerato dalla pm Alessia Menegazzo un "viaggio nell'orrore", secondo la requisitoria. Il 27 maggio 2023 Impagnatiello ha "semplicemente cambiato la strategia in un progetto già premeditato, cominciato con l'avvelenamento di Giulia e Tiago dal dicembre 2022 e, dopo l'incontro tra lei e l'altra ragazza, lui ha colto l'occasione al volo e come un giocatore di scacchi ha fatto l'ultima mossa".
Processo Impagnatiello, oggi la richiesta d'ergastolo, pm: "Omicidio di Giulia premeditato, il killer ha tratti di narcisismo mortale"
"L'omicidio di Giulia è un viaggio nell'orrore" per la pm. "Percorreremo brevemente le tappe fondamentali di un viaggio nell'orrore. Un orrore che ha portato all'omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino, trucidati con 37 coltellate con inaudita violenza il 27 maggio del 2023". Quel giorno è considerato soltanto "l'epilogo drammatico di un piano omicidiario iniziato molti mesi prima".
"L'imputato programmava da mesi l'omicidio, tentando di eliminare madre e figlio con la somministrazione di veleno. Alessandro Impagnatiello presenta tratti di 'narcisismo mortale', ha ammesso i fatti solo quando è stato messo con le spalle al muro, ha ammesso i fatti con un ennesimo tentativo di manipolare la realtà a suo vantaggio, non è stata una confessione spontanea", ha detto ancora la pm.
"Impagnatiello voleva simulare il suicidio di Giulia"
"La denuncia di scomparsa per allontanamento volontario" presentata da Impagnatiello il giorno dopo aver ucciso Giulia Tramontano "è uno dei tanti tentativi di depistare gli inquirenti per allontanare sospetti da sé". La pm ha sottolineato, inoltre, che l'ex barman aveva fatto credere che "la povera Giulia soffrisse di depressione e che aveva già tentato il suicidio. Questa è l'informazione che lui fa veicolare, indicativa del suicidio che in realtà voleva simulare".
"Non solo continua a mentire, ma induce anche suo fratello e sua madre a mentire. Li induce a dire ai carabinieri che non ha un garage, perché nel garage c'è il corpo martoriato di Giulia". Il pubblico ministero ha parlato di una "messinscena di un certo calibro" e di un uomo "senza pietà anche nei confronti di madre e fratello, manipolati dall'inizio alla fine per portare avanti la sua farsa".
"Gli psichiatri sentiti in questo processo hanno bene spiegato il rischio di serialità. Il primo omicidio è disordinato, gli altri sono più razionali e organizzati". Anche la ragazza con cui il barman aveva una relazione rischiava di essere aggredita. "Quella sera - ha detto -, in modo ostinato, l'imputato insiste, dicendole che il figlio di Giulia non era suo. Insiste anche dopo averla ammazzata. Ostinato, ribadisce che la compagna ha seri problemi psichici. Tutto ciò dopo che l'aveva barbaramente uccisa".
"Giulia e Tiago erano un ostacolo per l'altra relazione di Impagnatiello. Quest'ultimo disse a un collega che non ci sarebbero più stati ostacoli alla sua relazione con l'altra donna, questo è il movente dell'omicidio, Giulia e Tiago erano diventati per lui degli ostacoli". E cosa peggiore, il killer "tentò anche di ridurla in cenere", cercando di bruciare il corpo nella vasca da bagno.