Genova, convalidato l'arresto del ventunenne che ha accoltellato il capotreno, il gip lo lascia in carcere

Il giovane al giudice ha raccontato di essere stato colpito con il manganello dal controllore e di aver reagito usando un coltello che aveva l'amica nella borsa

La gip Camilla Repetto ha convalidato l’arresto di Alshahhat Fares, il ventunenne arrestato per aver accoltellato il capotreno Rosario Ventura che lo aveva fatto scendere insieme alla fidanzatina 15enne perché erano senza biglietto e non volevano pagare. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. Il gip dopo l'interrogatorio dell'indagato di ieri si era riservato la decisione e questa mattina ha sciolto la riserva.

«Mi ha colpito con il manganello e allora per difendermi ho preso il coltello e ho reagito». Il ventunenne di origine egiziana, arrestato lunedì dai carabinieri dopo l’aggressione al capotreno Rosario Ventura (finito all’ospedale Villa Scassi, e dimesso con una prognosi di 14 giorni e diciotto punti di sutura alla schiena e su un braccio), che voleva farlo scendere dal convoglio locale 12042 diretto a Busalla perché sprovvisto di biglietto (come la fidanzata minorenne), ha risposto a tutte le domande che il gip gli ha fatto durante l’interrogatorio di convalida che si è tenuto nel carcere di Marassi, dove si trova recluso il giovane con l’accusa di tentato omicidio. E si è difeso - assistito dall’avvocato Barbara Squassino - come ha potuto. Del manganello il ventunenne ai carabinieri che lo avevano fermato dopo l’accoltellamento non aveva detto nulla, ma era stato lo stesso capotreno a rivelare ai militari di portarlo con sé da quando era stato minacciato da alcuni viaggiatori. Ventura, 44 anni, però ha ammesso solo di averlo mostrato ai due ragazzi che facevano resistenza, ma di non averlo usato contro di loro. «Il mio assistito al giudice non ha detto di essere stato picchiato», precisa l’avvocato Squassino. E aggiunge: «Ha detto di aver preso il coltello per difendersi. Un coltello che porta con sé da quando alcuni mesi fa ha denunciato dei giovani che lo avevano picchiato. Mi ha detto, e ha detto al gip, che per questo si sentiva minacciato». L’arma «si trovava nella borsa della mia amica», ha aggiunto riferendosi alla quindicenne che si trovava con lui sul convoglio e che è indagata a sua volta per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

La versione dell’aggressore e della vittima non coincidono, quindi. Né ci sono testimoni oculari di quanto è avvenuto mentre il capotreno stava facendo scendere i due ragazzi. «Abbiamo acquisito le immagini delle telecamere che ci sono in stazione - rivela una fonte investigativa -, speriamo che da quelle si capisca cosa è successo». Fares Kamel al giudice Repetto ha pure aggiunto un particolare, che secondo lui ha innervosito Ventura: «Sono in Italia da due anni e mezzo e non mi so spiegare molto bene. Non avevo documenti con me, ma una denuncia che ho fatto che riporta il numero del mio passaporto. Ho mostrato quella al controllore, ma lui non ha voluto neppure guardarla. Non sono un delinquente, ho un regolare lavoro come barbiere e abito in casa della mia amica. Sua mamma mi ha aiutato a chiedere un nuovo permesso di soggiorno dopo che quello che avevo prima mi è scaduto».

Secondo il sostituto procuratore Sabrina Monteverde, però, «Fares Kamel Salem Alshahhat potrebbe compiere nuove aggressioni e lo dimostra in primis «la disinvoltura» con la quale ha estratto e utilizzato un coltello, con cui ha colpito il capotreno Rosario Ventura lunedì pomeriggio. Vi è inoltre il rischio che scappi poiché non ha una residenza precisa e va tenuto in considerazione che lavora sì come barbiere, ma senza un contratto stabile». La difesa invece ha chiesto la liberazione, o in subordine l’obbligo di dimora.