Genova, abusarono di una venticinquenne e le provocarono lesioni permanenti, condannati due muratori

Quattordici anni di pena per gli imputati e per la vittima cinquantamila euro di risarcimento. Avevano fatto ubriacare la ragazza dopo averla conosciuta in un locale

Il giudice Carla Pastorini ha condannato con rito abbreviato rispettivamente a 6 anni e 8 mesi di carcere e a 7 anni e 4 mesi due uomini di origine sudamericana accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni gravissime. I fatti risalgono a settembre di un anno fa. La vittima è una barista di 25 anni che quella sera aveva litigato con il fidanzato che era venuto a trovarla da fuori Genova. Lui l’aveva lasciata sola e lei aveva deciso di passare la serata in un locale a Sampierdarena dove ha incontrato i due uomini, di 29 e 47 anni.

I due avevano fatto ubriacare la vittima. Quindi, approfittando del suo stato di ebbrezza, l’avevano condotta in un appartamento dello stesso quartiere e l’avevano costretta a subire una violenza sessuale di gruppo, massacrandola pure di botte. Questa la ricostruzione dei fatti elaborata dagli inquirenti, per la quale due operai ponteggiatori sudamericani sono stati condannati. Il trentunenne Edoardo Manuel Montalvo Panta dovrà scontare sei anni e otto mesi di reclusione, mentre Napoleon Sandro Llano, quarantaseienne, ha ricevuto una pena di sette anni e quattro mesi. Entrambi, impiegati come manovali in una ditta che opera in appalto nei cantieri navali di Fincantieri, sono ancora in carcere. La sentenza è stata emessa dalla giudice con il rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena. Le indagini che avevano portato all’identificazione dei due erano state svolte dai carabinieri della stazione di Sampierdarena. A coordinare l’inchiesta era stato il sostituto procuratore Federico Panichi, che ha chiesto per i due imputati più di otto anni di reclusione ciascuno.

La vicenda accade nell’agosto del 2023. La donna, dopo una lite con il fidanzato, esce per andare a bere qualcosa in un locale di Sampierdarena. Qui conosce i due operai che, dopo averla fatta ubriacare all’interno del locale - in un primo momento si era ipotizzato anche l’utilizzo del Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, circostanza poi esclusa nel corso delle indagini -, la convincono ad andare a casa del più giovane. E lì abusano ripetutamente di lei. La donna poi si sveglia senza ricordare nulla della serata. «Perché mi trovo in questa casa?», chiede ai due. Determinante per risalire ai due uomini sono le telecamere della zona, che hanno ripreso la vittima mentre entrava e usciva dall’appartamento in loro compagnia. Il giudice, nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere, ritiene fondato il pericolo sociale rappresentato dagli indagati e indicato dal pubblico ministero: «Hanno agito con istinti brutali compiendo atti di inaudita violenza. E potrebbero avere nuovi comportamenti incontrollabili».