Un altro giorno, un altro “errore” di Bibi “Il Macellaio” Netanyahu: ma va?

Questa volta un bel tank israeliano ha pensato bene di “giocare” con una postazione dell’Unifil nel sud del Libano, tanto per rendere la giornata dei caschi blu un po’ più movimentata.

Niente paura, al solito gli israeliani sono innocenti. Netanyahu ha subito chiarito: “Non abbiamo assolutamente nulla contro l’Unifil”. Certo, perché sparare a casaccio su di loro è solo una nuova forma di cortesia, giusto? Uno viene a casa tua, ti spacca in modo rondoomico i mobili, e tu che fai? Lo ringrazi.

Secondo il Primo Ministro di Tel Aviv, la vera minaccia non è affatto l’esercito israeliano che si diverte a bombardare un paio di telecamere e una torre di guardia. No, è Hezbollah che, sempre secondo la sua favola, si nasconderebbe dietro le postazioni dell’Unifil per lanciare missili. Netanyahu piange il fatto che la risoluzione 1701 non sia stata implementata e si lamenta che l’Unifil non abbia fermato nemmeno un missile in quasi vent’anni. Forse, la prossima volta potrebbe mandare un biglietto di ringraziamento per aver fornito bersagli mobili.

Nel frattempo, l’Unifil ha avuto il coraggio di lamentarsi – che ingrati! “Un tank Merkava dell’Idf ha sparato direttamente contro la nostra postazione”, hanno dichiarato i peacekeeper, come se qualcuno non se lo aspettasse. Dopo tutto, ripetiamo, cosa sono due telecamere e una torretta distrutte rispetto alla grande causa della “sicurezza israeliana? Ma non preoccupatevi, Netanyahu e i suoi sono sempre pronti a fare tutto il necessario per “ripristinare la sicurezza” dei propri cittadini, che evidentemente include anche spianare le postazioni ONU.

E come sempre, nessuno ferito. Almeno per ora.

E mentre i carroarmati israeliani fanno pratica di tiro a segno, dall’Italia il ministro della Difesa Guido Crosetto suggerisce con nonchalance di aumentare il contingente dell’Unifil. Diecimila caschi blu non sono abbastanza per farsi sparare addosso, quindi perché non aggiungere un paio di migliaia di bersagli in più? Chissà, forse questa è la chiave per “salvare tutti dalla guerra”, perché, secondo lui, se mandare più soldati porta alla pace, allora avanti tutta!

Nel frattempo, il ministro degli Esteri israeliano Katz su X (sì, su Twitter, perché dove altro si discute di incidenti diplomatici e di guerra?) ribadisce il solito ritornello: è tutta colpa di Hezbollah, ovviamente. Sono loro che usano l’Unifil come scudi umani. E Israele? No, loro non danneggiano nessuno, fanno “tutto il possibile” per evitare di far male a qualcuno. Che teneri.

Insomma, tra “sfortunati incidenti” e messaggi di pace, sembra proprio che la sicurezza si giochi a colpi di tank e tweet.