Antitrust bacchetta siti di auto elettriche: vietato dire "0 emissioni", "100% green" e "impatto zero sull'ambiente"
Le espressioni sopra elencante inerenti alle auto elettriche sono contestate dell'Antitrust come "green claim generici e senza indicazione della fase del ciclo di vita del prodotto" cui si riferiscono
L'Antitrust bacchetta i siti di auto elettriche come Xev Yoyo e Microlino. Il motivo? Vietato usare espressioni che non si rivelano vere come "100% sostenibile", "100% Green", "Zero emissioni", "Impatto zero sull'ambiente" ed "Eco". Espressioni che dall'avvento delle vetture a motore elettrico abbiamo sentito dappertutto. Ma adesso ecco la prima stretta dell'Antitrust.
Antitrust bacchetta siti di auto elettriche: vietato dire "0 emissioni", "100% green" e "impatto zero sull'ambiente"
Le espressioni sopra elencante inerenti alle auto elettriche sono contestate dell'Antitrust come "green claim generici e senza indicazione della fase del ciclo di vita del prodotto" cui si riferiscono. Le società Campello e Microlino hanno informato di aver eliminato quelle frasi. Anche l'Antitrust ha comunicato in una nota di "aver concluso positivamente" una moral suasion nei confronti di entrambe.
Quello che veniva contestato dall'Agcm era il fatto che su tali siti "erano presenti green claim - relativi all'assenza di emissioni o di impatto sull'ambiente o alla totale sostenibilità ambientale di questi veicoli - del tutto assoluti e generici". Inoltre non vi veniva indicato a quale aspetto o fase del ciclo di vita del prodotto si riferivano. Per l'Antitrust, "occorre tener conto, tra l'altro, delle emissioni legate al mix dell'energia elettrica normalmente necessaria per la ricarica delle batterie ed all'uso delle autovetture". Le società, a seguito dell'attività dell'Autorità, hanno rimosso i profili di possibile scorrettezza dai messaggi utilizzati.
Codacons: "Non basta"
Se l'Antitrust bacchetta i siti di auto elettriche, lo stesso fa Codacons con l'Antitrust: "Contro i claim ambientali che inducono in errore i consumatori la moral suasion non basta, e serve massima severità per garantire correttezza e trasparenza agli utenti".
"Da tempo denunciamo la prassi delle aziende di ricorrere a “green claims” nelle loro strategie di marketing e nelle comunicazioni commerciali al pubblico, messaggi non sempre corretti che spesso sfociano nel fenomeno del cosiddetto “Greenwashing”, ossia un ecologismo di facciata basato su affermazioni non veritiere in tema di sostenibilità e rispetto dell’ambiente di prodotti e attività produttive – spiega il Codacons – Tali pratiche sono in grado di deviare le scelte dei consumatori, sempre più attenti ad acquisti sostenibili e rispettosi dell’ambiente, e alterare il mercato, dirottando centinaia di milioni di euro ogni anno in termini di acquisti di prodotti commerciali".
"Per tale motivo riteniamo che la mera attività di moral suasion non possa bastare, e serva massima severità contro chi induce in errore i consumatori ricorrendo a claim ambientali generici, poso trasparenti o non corretti".