Turetta, l'AUDIO a Giulia Cecchettin dopo averla uccisa: "Che cosa ho fatto, mi manchi patatina, voglio morire"

Nell’audio delirante registrato da Filippo traspare anche una presunta preoccupazione incessante per la carriera accademica della defunta: "Meritava la laurea"

Sono stati recentemente aggiornati i materiali da mettere agli atti nell’ambito del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin da parte del fidanzato, Filippo Turetta, avvenuto in data 11 novembre 2023. Il ragazzo si è costituito a cinque giorni dall’omicidio della donna, in Germania, dove era apparentemente in fuga. Tuttavia, i messaggi vocali registrati dallo stesso Filippo, le annotazioni e la lettera scritta dal carcere di Halle, sempre in Germania, a seguito dell’arresto, consegnano nuovi elementi sui momenti immediatamente successivi al delitto.

L’audio di Turetta

Nell’audio delirante registrato da Filippo traspare una presunta preoccupazione incessante per la carriera accademica della defunta: "Meritava la laurea". A ciò fa subito seguito uno sfogo pentito e quasi frastornato: "Giulia, che cosa ho fatto? Giu' dove sei? Ho bisogno di te. Giulia, Giulia, Giulia eri tutto per me, sei quello che volevo, mi manchi, mi manchi, amore, bagigetta, patatina, sono belle le scarpe cha abbiamo comprato, tu sei bellissima, sei la ragazza più bella e più importante dell’universo. Voglio morire, voglio morire, voglio morire". Si aggiungono, inoltre, anche alcune dichiarazioni rilasciate da Filippo su pezzi di carta sequestrati dalla polizia tedesca, in cui l’assassino comincia a pensare ai risvolti, anche giuridici, delle sue azioni.

La lettera dalla Germania

Ecco la lettera dalla Germania di Turetta ai propri genitori: "Ho generato tanto odio e rabbia. E me li merito, sì... ma tutto questo è terribile...ho peggiorato il mondo in qualche modo. Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto. Non sono neanche riuscito a uccidermi... vivrò la mia intera vita in carcere adesso". Filippo ammette di aver provato a suicidarsi ma non c'è riuscito perché "codardo".

Nella parte finale, poi, lunghe riflessioni rivolte ai genitori: "Ogni giorno e ogni notte spero che tutto questo non influenzi la vostra vita in peggio. Spero che nessuno vi giudichi negativamente, vi guardi male, rovini la vostra situazione lavorativa o affettiva o le amicizie. Voi non c'entrate assolutamente niente, non avete alcuna colpa o responsabilità. Anzi dovreste essere sostenuti ed aiutati perché siete sempre stati degli ottimi genitori, mi avete sempre aiutato e sostenuto ed educato al meglio e non c'è giorno della mia vita che non abbiate riservato preoccupazioni a me, alla mia salute, al mio benessere... e io ho rovinato tutto (smiley triste). Capirei e accetterei se d'ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per il proseguio della vostra vita".

Gli elementi citati saranno messi agli atti nel processo, in fase di svolgimento e con sentenza stimata, secondo una procedura lampo, al 3 dicembre 2024.