Omicidio di Chiavari, tante liti negli ultimi tempi tra nonna e nipote, ma il movente ancora non c'è
La mamma del ragazzo aveva segnalato i suoi comportamenti alle forze dell'ordine e ai servizi sociali, ma all'ultimo non se l'era sentita di denunciarlo
Le liti erano all’ordine del giorno, e da diversi mesi quel ragazzo taciturno e riservato sembrava essersi chiuso del tutto in se stesso. Sabato mattina Simone Monteverdi, 20 anni, ha afferrato un paio di forbici e si è buttato sulla nonna, Andreina Canepa, 82 anni, uccidendola. Poi ha gettato le forbici dal terrazzo, in strada, e ha chiamato il 112: “La nonna è morta, io sto bene”, ha detto agli operatori. È questa la ricostruzione dell’omicidio che si è consumato nell’appartamento di corso Lavagna,a Chiavari, dove Canepa e Monteverdi vivevano insieme.
I carabinieri del reparto operativo provinciale, hanno trovato il cadavere della donna sul pavimento e il giovane al suo fianco. Non ha tentato di scappare, non si è giustificato, non ha opposto resistenza. Dopo l’arrivo della pm Francesca Rombolà e del medico legale lo hanno portato in caserma, dove è stato sottoposto a un interrogatorio di sei ore che non ha però chiarito l’esatto movente del delitto: Monteverdi non è riuscito, o non ha voluto, spiegare agli inquirenti cosa lo abbia spinto ad accanirsi sulla nonna. Si è limitato a dire che “avevano litigato“, ma di non sapere “perché l’ho colpita”. Di certo c’è che negli ultimi mesi il suo stato psicologico era stato segnalato: liti continue, sentite anche dai vicini oggi sotto choc, sia con la nonna sia con la madre, che da qualche tempo non viveva più con loro. I carabinieri erano intervenuti diverse volte nell’appartamento, ma la mamma del ragazzo non se l’era sentita di sporgere denuncia. Aveva però parlato dei suoi timori sia alle forze dell’ordine sia ai servizi sociali, chiedendo un supporto. Un primo incontro era stato fissato per la prossima settimana, ma la situazione, tesissima ormai da parecchi mesi, è precipitata.