Sara Giudice, annullato contratto Rai dopo le accuse di violenza sessuale ad una collega, saltata la partecipazione a 'L'altra Italia'

La Rai prende le distanze da Sara Giudice, mentre si attende la decisione del gip sull'archiviazione del caso

La Rai ha annullato il contratto della giornalista Sara Giudice a seguito delle accuse di violenza sessuale avanzate da una collega di Rai 3 nei confronti dell’ex inviata di 'Piazzapulita' (La7), la quale avrebbe dovuto partecipare al nuovo programma di Antonino Monteleone in partenza su Rai 2 ad ottobre, 'L’altra Italia', per occuparsi di vari temi. Il dietrofront arriva in seguito alla vicenda che vede Giudice indagata con richiesta di archiviazione assieme al marito Nello Trocchia (giornalista del Domani e anche lui ex volto di Piazzapulita): Il caso era esploso nei giorni scorsi e si era verificato il 29 gennaio 2023. Per l’esito delle indagini si attende la decisione del gip, anche se la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione. Oggi è giunta la notizia della mancata assunzione contrattuale della giornalista, sebbene la Giudice avesse ricevuto la matricola Rai (necessaria per lavorare da giornalista nel servizio pubblico) lo scorso 7 agosto. Tuttavia, la formalizzazione del contratto non è mai arrivata da parte di Viale Mazzini. Stando a quanto riportato dal Foglio, la decisione è stata presa dalla dirigenza del servizio pubblico.

"Presenza compromettente": la conferma del conduttore Monteleone e la vicenda giudiziaria

La decisione è legata a un’accusa di violenza sessuale, per cui né Giudice né il suo compagno Nello Trocchia sono stati condannati. Una versione che viene confermata dal conduttore designato per il programma 'L’altra Italia', l'ex inviato de 'Le Iene' Antonino Monteleone: "È tutto vero. Mi è stato confermato dal direttore dell’approfondimento Paolo Corsini che il suo contratto non può essere finalizzato. L’editore mi ha comunicato che non ci sono le condizioni". Monteleone ha dichiarato che la presenza di Giudice è stata considerata "compromettente" perché la denunciante lavora proprio in Rai. Secondo quanto scritto dal quotidiano La Verità il 29 agosto scorso, la cronista di Rai 3 aveva denunciato di essere stata baciata e palpeggiata da Giudice e Trocchia durante un viaggio in taxi, contro la sua volontà, dopo una serata passata insieme a Trastevere. In base alla denuncia, i due fidanzati avrebbero insistito affinché la donna salisse a casa con loro. Ma lei, che non si sentiva lucida, avrebbe declinato. Sempre stando al racconto della donna, il giorno dopo la presunta vittima avrebbe continuato ad avvertire uno stato di torpore: da qui la decisione di andare in un laboratorio e farsi delle analisi delle urine, in cui sarebbe state riscontrate tracce di ghb, la cosiddetta droga dello stupro. Gli esami degli esperti incaricati dalla procura su quello stesso campione, hanno dato esito negativo a distanza di settimane. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Giudice, la quale ha smentito tutte le accuse e minacciato querela per diffamazione, aveva fornito la sua versione: è stata la collega a baciarla per prima e le effusioni fra i tre sarebbero state consensuali. Dopo indagini durate diversi mesi e che hanno coinvolto anche il tassista ascoltato come testimone, i magistrati hanno deciso di non esercitare l’azione penale e per questo hanno chiesto l’archiviazione nei confronti di Trocchia e Giudice. I legali della giornalista di Rai 3 si sono opposti e ora si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari nell’udienza fissata per dicembre.