San Vittore, morto carbonizzato in cella un detenuto egiziano di 18 anni, avrebbe appiccato l'incendio in segno di protesta

Un giovane ragazzo di 18 anni di origine egiziana è morto a seguito di un incendio divampato nella sua cella del carcere San Vittore. Secondo le prime ricostruzioni, il rogo sarebbe stato appiccato dal giovane e dal suo compagno di cella da un materasso

Jussef Baron Motkar Loka, un ragazzo di 18 anni di origini egiziane, è morto carbonizzato a causa di un incendio, la scorsa notte, nella sua cella del carcere milanese di San Vittore. Era detenuto dal mese di luglio per rapina e si trovava in carcere in custodia cautelare in attesa di giudizio. Insieme a lui, nella cella, si trovava anche un altro detenuto che è stato messo in salvo dagli agenti della Polizia Penitenziaria riportando una lieve intossicazione. Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, l'incendio si sarebbe sviluppato intorno alla mezzanotte, tra giovedì 5 e venerdì 6 settembre. Il rogo sarebbe stato appiccato dal giovane egiziano e dal suo compagno di cella da un materasso, probabilmente in segno di protesta. Secondo gli inquirenti, i due hanno probabilmente perso il controllo delle fiamme che hanno finito per carbonizzare il 18enne. 

San Vittore, morto carbonizzato in cella un detenuto egiziano di 18 anni, avrebbe appiccato l'incendio in segno di protesta: le parole di De Fazio sulla “crisi del sistema penitenziario“

Dalle parole di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, emerge che “non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un'altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno”. Una “crisi senza precedenti“, aggiunge De Fazio, a San Vittore sono “letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247 per cento”. Non solo sovraffollamento ma anche “mancanza di personale”. Il sindacato ha affermato che nel carcere di Milano ci sono ad oggi 580 persone in servizio, tra agenti e addetti agli uffici e servizi vari, mentre l'istituto ne richiederebbe “almeno 700”. “Va immediatamente deflazionata la densità detentiva. Sono 15 mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il Corpo di Polizia Penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, va assicurata l'assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture. E va riorganizzato l'intero sistema”, dichiara De Fazio. Indagano sul caso la procura di Milano e il pm Carlo Scalas. Sarà, inoltre, disposta l'autopsia sul corpo del 18enne