Strage di Paderno Dugnano, il 17enne killer: “Vivo un malessere”, pm: “Molte ferite alla gola e collo, non c'è un movente”

Riccardo, il killer 17enne che ha sterminato la sua famiglia, ha pianto a lungo durante il suo interrogatorio. Si indaga sul movente della strage: “Non c'è un perché. Mi sentivo un corpo estraneo in famiglia, con gli amici”, ha dichiarato il pluriomicida

Riccardo, di 17 anni, nella notte tra sabato e domenica ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello a Paderno Dugnano, nella città metropolitana di Milano. I carabinieri, dopo la strage, hanno trovato il ragazzo su un muretto con solo i boxer addosso. Il tenente Luigi Ruzza lo descrive come “Sereno, lucido” dopo gli omicidi. La procuratrice facente funzione dei minori, Sabrina Ditaranto, ha dichiarato: “Molte ferite alla gola e collo per tutti e tre”. Inoltre, ha descritto la famiglia del ragazzo come “più che normale, una famiglia molto felice”. Chi ha ascoltato il suo interrogatorio lo definisce come un ragazzo “fragilissimo” che a detta dello stesso vive un malessere. In un primo momento il ragazzo aveva riferito di aver ucciso solo il padre, dopo che quest'ultimo aveva ucciso a sua volta la madre e il fratello. Dopo poco più di 12 ore di interrogatorio, il killer confessa il triplice omicidio. Oltre alle aggravanti di rapporto di parentela e la minore età di una delle vittime, gli viene contestato anche il reato della premeditazione.

Strage di Paderno Dugnano, il killer 17enne: “Vivo un malessere”, si indaga sul movente del triplice omicidio

Per quanto concerne il movente degli omicidi, Sabrina Ditaranto, afferma: “Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente inteso”. La strage sarebbe accaduta intorno alle 2 di notte, poche ore dopo la festa di compleanno del padre. Si ipotizza che i festeggiamenti abbiano forse acuito un malessere nel ragazzo. Il killer, tuttavia, non riesce a dare spiegazioni su quello che ha fatto ma parla di un malessere e di un pensiero che aveva in testa ”da qualche giorno”. “Non c'è un perché. Mi sentivo un corpo estraneo in famiglia, con gli amici. Ero oppresso mi sentivo solo in mezzo agli altri”, afferma il killer 17enne. Il ragazzo, da quanto riferito dagli inquirenti, non ha avuto atteggiamenti spavaldi ma ha mostrato tutto il suo pentimento. Ha pianto a lungo, apparendo sempre “molto fragile”. Pare che Riccardo non avesse mai mostrato segni di particolari turbe psicologiche anche nei giorni precedenti al triplice delitto e durante i festeggiamenti del compleanno del padre. “Ultimamente sentiva musica molto triste, e contrariamente a una carriera scolastica brillante, aveva preso una materia a settembre, matematica. Ma anche questo particolare, a suo dire, non sarebbe stato prevalente nel suo disagio generale”, dichiara Ditaranto. Da quanto traspare, uno degli aspetti da approfondire, attraverso esperti e consulenti di lavoro, sarà proprio la tematica della “personalità” del ragazzo, sia dal punto di vista psicologico sia da quello psichiatrico. Per capire a fondo le dinamiche e il movente delle strage, gli investigatori analizzeranno i suoi dispositivi tecnologici, giochi e chat.

I momenti della strage

Riccardo, nella notte tra sabato e domenica, ha accoltellato e ucciso i suoi familiari uno dopo l'altro. Secondo le ricostruzioni, Riccardo ha prima colpito il fratello Lorenzo, di 12 anni, mentre dormiva nella sua stanza accanto a lui. La madre, Daniela C. di 48 anni - svegliata dalle urla di Lorenzo - è entrata in camera a controllare quando è stata colpita a morte dal figlio. Sente le urla anche il papà, Fabio C. di 51 anni, che mentra cerca di soccorrere il figlo più piccolo immerso in un lago di sangue, viene accoltellato da Riccardo. Il killer 17enne ha poi chiamato il 112 riferendo che il padre ha ammazzato la mamma e il fratello e che, dopo aver visto la scena, ha preso il coltello e ucciso il padre. Una volta sul posto, i carabinieri trovano Lorenzo davanti al cancelletto del civico 33 di via Anzio con ancora in mano il coltello e ricoperto di sangue. La mattina Riccardo confessa tutti e 3 gli omicidi, dettagliandone successione e modalità. “Non è stato un interrogatorio aggressivo in cui è stato necessario scavare a fondo per trovare la verità. Il ragazzo iniziava a rendersi conto della realtà e della gravità di quanto commesso, e alla presenza di un difensore, ha ritrattato la prima versione confessando i tre omicidi”, dichiara Ditaranto.