Genova, facevano sesso di gruppo e filmavano le ragazze a loro insaputa, due pallanuotisti a processo

L'indagine era partita dalla denuncia di una ventenne costretta a un rapporto a tre. Gli indagati oltre che di violenza sessuale sono accusati di revenge porn

Sono stati rinviati a giudizio i due pallanuotisti genovesi di 22 e 24 anni accusati di violenza sessuale di gruppo e revenge porn.  Le indagini della squadra mobile erano cominciate dopo che una studentessa all’epoca appena maggiorenne aveva presentato denuncia in questura raccontando di essere stata violentata: nell’aprile del 2022  la ragazza aveva passato la serata in discoteca. “Mi hanno fatto bere molto – ha raccontato agli investigatori la giovane, assistita dall’avvocato Massimo Boggio – poi io sono andata a casa di uno di loro perché quel ragazzo mi piaceva. L’altro invece era fidanzato con una mia amica”. A casa del ventiquattrenne l'incubo: la ragazza che aveva acconsentito ad avere un rapporto sessuale con il giovane che le piaceva ha visto arrivare in stanza anche l’altro. E i due, nonostante il suo rifiuto, l’hanno costretta trattenendola e prendendola a morsi, a subire rapporti sessuali contro la sua volontà.

Uno dei due ha filmato tutto con tanto di selfie co la “V” di vittoria. Quando hanno sequestrato i telefonini degli indagati – che sono difesi dagli avvocati Fabio La Mattina e Monica Tranfo – gli inquirenti hanno scoperto che di video ce ne erano molti altri girati anche negli anni precedenti. Il ventiquattrenne aveva installato una videocamera nascosta nella stanza da letto con cui riprendeva i rapporti sessuali con le ragazze. Almeno una ventina i filmati incriminati ma sono state solo due al momento le ragazze identificate. Entrambe erano minorenni all’epoca dei fatti. Una di loro, l’unica che si è costituita è difesa dall’avvocato Pietro Bogliolo – ha spiegato che nel suo caso si è trattato di rapporti consenzienti ma che non sapeva di essere state filmate e che in quel caso non avrebbero acconsentito. Ad entrambi i pallanuotisti  la pm Gabriella Dotti contesta, oltre alla violenza sessuale di gruppo, il revenge porn . Il maggiore dei due  è anche accusato di produzione di materiale pedo-pornografico per i video girati e diffusi in cui la partner ripresa aveva meno di 18 anni