Giornalista aggredito a Torino, Andrea Joly: “Calcio da dietro, poi le botte”, CasaPound: “Non si è identificato, ha creato un battibecco ed è caduto da solo”

l'intervento di Mattarella: “Stop aggressioni, l'informazione è documentare senza sconti”

Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciate ieri 24 luglio in serata, nel corso della cerimonia del Ventaglio organizzata annualmente al Quirinale dall’Associazione stampa parlamentare. Il tradizionale rito di consegna del ventaglio decorato come omaggio dei giornalisti al Presidente, è stata l’occasione per Mattarella di intervenire sull’episodio di violenza verificatosi a Torino lo scorso sabato 20 luglio, quando un giornalista de La Stampa era stato aggredito da 5 militanti di CasaPound mentre riprendeva oltre un centinaio di persone intente a festeggiare i 16 anni del circolo affiliato Asso di Bastoni, in Via Benvenuto Cellini: “va sempre rammentato che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all'art.21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l'informazione è esattamente questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentazione dell'esistente, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni. Per citare ancora una volta Tocqueville, 'democrazia è il potere di un popolo informato'. Ecco perché - ha aggiunto - ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”.

L’indagine per lesioni e le aggravanti: la versione di Joly

L’indagine per violenza privata e lesione ai danni del giornalista della Stampa Andrea Joly, protagonista della vicenda insieme ai militanti di estrema destra, era stata avviata negli istanti immediatamente successivi allo svolgersi degli eventi: oltre alla prima imputazione per lesioni, gli indagati rischiano anche le aggravanti di violenza di gruppo e agevolazione di attività legate ad associazioni, organizzazioni, movimenti o gruppi finalizzate alla discriminazione, l’odio etnico, nazionale, razziale e religioso. Al momento però, queste restano soltanto ipotesi di reato: la fase investigativa avviata dalla procura del capoluogo piemontese è ancora agli inizi ed è coordinata dalla procuratrice Enrica Gabetta. Nel mentre, gli agenti della Digos guidati dal dirigente Carlo Ambra e dai PM Paolo Scafi e Emlio Gatti, hanno proceduto alla raccolta di video, immagini e testimonianze, riuscendo ad identificare 4 dei 5 indagati: si tratta dei torinesi Euclide Rigato, tassista di 45 anni e Maurizio Galliano, 53 anni, ferroviere. Gli altri due militanti vengono dalla provincia: l'operaio cuneese Marco Berra, 35 anni e l'ex candidato sindaco a Ivrea Igor Bosonin, 46 anni. Si cerca un quinto, ancora non identificato. Sembrerebbero volti noti agli investigatori: qualcuno, in passato, era già stato denunciato per manifestazioni non autorizzate, danneggiamento e oltraggio a pubblico ufficiale. Nessuno avrebbe condanne definitive ma questa volta rischiano il processo. Il PM Scafi aveva disposto una perizia medica per valutare i danni fisici procurati al cronista, il quale ha contribuito al riconoscimento dei suoi presunti aggressori e li aveva denunciati alle autorità, descrivendo quanto segue: “sento arrivare un calcio da dietro. Sono a terra. Non sento nessun dolore, non sento niente: anestesia totale. Intorno a me urla irriconoscibili, presenze che si moltiplicano. Mi alzo, ma sono di nuovo a terra. Lo smartphone è volato via, vedo lo schermo illuminato. Mi allungo, lo stringo, intorno a me continuo a percepire colpi che non sento arrivare. Ma arrivano”. Tra le altre, ci sarebbe anche un tentativo di strangolamento: “La mia maglietta, strappata, è uno straccio avvolto sul braccio che stringe intorno al mio collo. Uno, due, tre. Cinque, sei, sette. Nove. Dieci. Degli ultimi due secondi ricordo la paura prima della libertà. Quel braccio mi libera, corro via.”.

CasaPound e il circolo Asso di Bastoni contestano la versione del cronista

Di contro, lo storico ritrovo dei militanti dell’organizzazione neofascista CasaPound, ovvero il locale di Torino di fronte al quale si sarebbe verificata la violenza, l’Asso di Bastoni, si difende dalle accuse con diverse dichiarazioni in cui contestano in più punti la ricostruzione del giornalista Joly: “Ieri sera centinaia di persone hanno partecipato alla serata dei 16 anni del circolo, in un clima di festa e senza alcun momento di tensione. Durante una foto di gruppo è stata vista una persona fare foto e video ai presenti, tra cui anche dei minorenni con dei genitori, e gli è stato chiesto chi fosse. Questa persona non si è identificata in alcun modo come cronista ma, anzi, ha spintonato dei ragazzi, creando un battibecco, e poi si è messo a correre, tra l'altro cadendo”. I vertici del circolo affermano di avere appreso solo dai notiziari del giorno seguente che si trattava di un giornalista e sottolineano che l’associazione “ha centinaia di iscritti, tra cui anche giornalisti, e ha organizzato tantissimi incontri negli anni anche con giornalisti come relatori”, proseguono dall'Asso, aggiungendo che i “video online sono stati tagliati in due momenti”. Anche CasaPound aveva detto la sua, contestando la versione del cronista e invitandolo con un comunicato stampa dello scorso 22 luglio alla loro festa nazionale, Direzione Rivoluzione, che si terrà dal 5 all'8 settembre a Grosseto. Un invito esteso anche all'europarlamentare Ilaria Salis per un dibattito sulla violenza politica: “Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa, qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti”, si legge nella nota.