Terremoto dell’Aquila, sentenza beffa corte d’appello: “I 7 ragazzi morti per condotta incauta”, niente risarcimento, spese legali a carico delle famiglie
Un verdetto contro il quale la famiglia ha proposto appello tramite l'avvocato Alessandro Gamberini del Foro di Bologna
I familiari delle sette giovani vittime non solo non avranno alcun risarcimento, avendo i loro cari assunto una "condotta incauta", ma dovranno anche pagare le spese legali, quasi 14mila euro. Lo ha stabilito la Corte d'Appello dell'Aquila, che ha respinto sette ricorsi delle parti civili, confermando la sentenza di primo grado risalente all'aprile 2022 riguardo il crollo dell'edificio in via Gabriele D'Annunzio 14, nel centro storico del capoluogo della Regione Abruzzo, dove ci furono 13 vittime.
Terremoto dell’Aquila, sentenza beffa corte d’appello: “I 7 ragazzi morti per condotta incauta”, niente risarcimento, spese legali a carico delle famiglie
Niente risarcimento e spese legali a carico delle famiglie. La sentenza beffa della Corte d'Appello ha stabilito che i 7 ragazzi sono morti durante il terremo del 2009 per "condotta incauta". Entrando nel dettaglio, in sede penale, l'ingegnere unico imputato dei lavori di restauro del 2002 era stato assolto in via definitiva dalla Corte d'Appello di Perugia. Nel Civile il recente pronunciamento che ha ruotato in modo semplificativo sul giovane studente di Frosinone, Nicola Bianchi. In primo grado il giudice, Monica Croci, aveva riconosciuto addirittura il cento per cento di colpa alla vittima: Bianchi avrebbe saputo di vivere in un edificio poco sicuro e sarebbe comunque rimasto in casa per poter sostenere all'indomani l'esame.
La famiglia farà appello
Un verdetto contro il quale la famiglia ha proposto appello tramite l'avvocato Alessandro Gamberini del Foro di Bologna. In secondo grado il collegio giudicante ha nuovamente respinto l'istanza, assieme a quella di altre sei parti, tutti studenti universitari che abitavano quello stabile insieme ad altri. Secondo l'interpretazione dei giudici, gli studenti universitari non sarebbero morti perché rassicurati e dunque indotti a rimanere nei loro alloggi dalla Protezione civile attraverso la Commissione Grandi Rischi, ma per una sorta di loro condotta incauta. La battaglia legale si sposta ora in Cassazione.