Arresto Toti, il Riesame respinge ricorso del governatore, "persistente pericolosità, può reiterare il reato”
Il giudice Massimo Cusatti nelle motivazioni spiega che, al contrario di quanto temuto dalla Procura, non esiste più il rischio di inquinamento delle prove
C’è pericolo che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, se tornasse libero, possa reiterare il reato. E’ questa la ragione per cui il tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di revoca dei domiciliari. Nelle 33 pagine del provvedimento il tribunale spiega che “l’impegno ad astenersi da condotte analoghe a quelle contestate formulato da Toti nell’istanza al gip non è altro che la “sterile presa d’atto della fondatezza delle accuse che pur non ha voluto ammettere” come è suo diritto in quanto indagato, ma c’è un’“insolubile contraddizione” tra la professata consapevolezza di Toti e “il suo atteggiamento di rivendicazione di aver agito sempre nell’interesse pubblico”.
Rispondendo alla difesa del governatore che ha sostenuto che Aldo Spinelli era sempre stato un finanziatore del suo partito, il Riesame chiarisce che “‘un conto è appoggiare’ la strategia politica di un movimento sotto il profilo delle scelte generali con cui questo intenda perseguire pubbliche finalità reputate conformi ai propri orientamenti ideologici e alle proprie attese, tutt’altro è ‘pagare’ sotto forma di finanziamenti pur formalmente leciti i concretissimi favori materialmente concordati con il pubblico ufficiale destinatario di quelle erogazioni di denaro, quand’anche poi non distratte per il proprio tornaconto personale ma utilizzate a sostegno del medesimo movimento politico di riferimento”. Ed allora – prosegue Cusatti “se Toti ha dato prova di non essere stato a parte di questi principi – benché piuttosto lineari – per averli compresi, a quanto ha dichiarato, soltanto a seguito della vicenda cautelare che gli è occorsa, pare indubbio che ne persista la peculiare “pericolosità” riferita al rischio che reiteri una consumazione di delitti di analoga indole sulla scorta della medesima personalissima “convinzione” – di certo non superabile jussu judicis – di agire per il bene comune che ha allegato a fondamento delle condotte sottese alla cautela in atto”.
Per il tribunale invece non esiste più il rischio di inquinamento delle prove: “L’indubbia spregiudicatezza nel commettere reati non lascia presumere ex se, come sembra postulare il pm, la persistenza anche del concreto rischio che l’indagato sia disposto a inquinare le prove pur dopo che l’illecito sia stato ormai scoperto” spiega rispondendo invece alla Procura che aveva messo tra gli elementi indice del rischio di inquinamento delle prove l’incontro con Signorini e i due telefoni messi nella giacca allontanata dal tavolo del Moody. Per il Riesame infine le misure alternative proposte dalla difesa sono insufficienti a garantire dal rischio di reiterazione del reato perché Toti di fatto potrebbe incontrare chiunque senza controllo, come funzionari o tecnici della Regione.