Venezia, evirò l'ex marito con coltello da cucina, condannata con 8 anni di carcere: "Pene ripristinato ma debole"
Previsto anche un risarcimento di 60mila euro. La donna inoltre dovrà lasciare l'Italia una volta che avrà finito di scontare la pena
Il tribunale penale di Venezia ha deciso di condannare con otto anni di carcere e un risarcimento di 60 mila euro la 33enne etiope Lorena Bobbit che evirò l'ex marito con un coltello da cucina. I fatti risalgono al 12 agosto, quando la donna africana decise di difendersi da un presunto tentato stupro dell'ex marito residente a Marghera in modo brutale: evirandogli il pene. Ha preso una forbice ed ha procurato al 44enne un "danno permanente" e la "perdita delle funzionalità", come spiegato dalla pm Laura Villan. Quest'ultima aveva chiesto una condanna a dieci anni per l'uomo, considerando anche la "permanenza del danno". Infatti, il pene ripristinato dopo un delicato intervento chirurgico, si indebolirà progressivamente, secondo quanto ha detto il medico legale. La sentenza del tribunale non si discosta molto dalla richiesta. La donna inoltre dovrà lasciare l'Italia una volta che avrà finito di scontare la pena.
Venezia, evirò l'ex marito con coltello da cucina, condannata con 8 anni di carcere
La donna, residente a Tivoli con un nuovo compagno, aveva raggiunto l'ex marito nella sua abitazione di Marghera per denunciare la scomparsa della figlia. I due si erano visti per firmare insieme la denuncia di scomparsa. Le versioni dei due divergono: la donna ha raccontato di aver preso il coltello e di aver evirato l'ex marito dopo che quest'ultimo avrebbe voluto fare sesso con lei. Il 44enne ha invece detto che proprio lei gli avrebbe proposto un rapporto per poi estrarre il coltello e ferirlo. Il racconto di lui è stato ritenuto credibile, mentre la donna si sarebbe più volte contraddetta.
Per gli avvocati della 33enne si tratterebbe di una sentenza "ingiusta" e di una pena "pesante, vicina al massimo, a fronte del fatto che la stessa consulenza tecnica ha accertato che il signore sta bene. Faremo appello". Soddisfatti i legali dell'uomo: la sentenza "riflette le emergenze dibattimentali: l'aggressione per le modalità dell'azione è di una violenza inaudita. Ritengo corretta la pena applicata".