Addio a Bruno Zanin, morto per 'turbo cancro' il Titta di Amarcord e reporter di guerra: aveva 73 anni
Vittima di abuso, dopo un difficile periodo fra carcere e ospedale, a 22 anni inizia "per caso" la sua carriera nel cinema e nel teatro, per poi diventare corrispondente di guerra
È morto Bruno Zanin, l’attore che aveva interpretato il Titta di Amarcord di Federico Fellini, nonché reporter di guerra e attivista.
Addio a Bruno Zanin, ci lascia a 73 anni il noto attore morto di 'turbo-cancro'
Ad annunciarne la morte sono stati i figli, che così hanno scritto in un post condiviso su Facebook nel pomeriggio di ieri: “Salve, siamo Francesco e Fiorenzo, i figli di Bruno. Papà è mancato nella notte di sabato a domenica, il 7 luglio 2024 alle 2h30. Se n’è andato senza dolore e in pace e abbiamo potuto stargli vicino le ultime settimane del suo pellegrinaggio qua giù. Ora il suo cammino lo porta verso persone che ha amato e lo ritroveremo un giorno, dove non ci sono più né fraintesi, né lacrime, né rancori, né rabbie”.
Anche il comune di Vigonovo, in provincia di Venezia, dove l’attore erano nato il 9 aprile del 1951, ha dato notizia della sua scomparsa tramite un post sui social. Luca Martello, sindaco della città, ricorda la sua personalità poliedrica e altruista: “Desideriamo sottolineare il suo impegno umanitario come tratto di una vita vissuta nella ricerca di una soddisfazione umana che non si è esaurita nell'ambizione della fama”. Nonostante le origini venete, da circa dieci anni Zanin viveva nella provincia piemontese del Verbanio-Cusio-Ossola, in una baita tra i boschi a Vanzone.
La vita di Bruno Zanin: da attore per caso a reporter di guerra
A 13 anni viene mandato dai genitori a studiare da prete prima in un collegio di Novi Ligure, poi a Canelli, dove rimane fino alla terza media. In quel periodo un missionario abusa di lui e quell’episodio gli provoca un forte trauma. Dopo aver tentato il suicidio, viene mandato in un carcere minorile e poi in un ospedale psichiatrico.
Zanin era diventato attore per caso. Una volta che si recò a Cinecittà, per accompagnare un amico che faceva da comparsa, fu notato da Federico Fellini, che lo coinvolse nella produzione di Amarcord tanto da renderlo l’interprete principale del film, Titta Biondi. Amarcord vinse l’Oscar come Migliore film straniero nel 1975 e questo permise a Bruno di lanciare la sua carriera nel mondo del cinema e del teatro. Luca Ronconi e poi Giorgio Strehler lo scelsero per interpretare opere di Carlo Goldoni, e da allora l’attore continuò la sua attività teatrale in collaborazione con diversi importanti registi. Nel 1987 venne scelto da Marco Sciaccaluga, per la stagione 1986/87 del Teatro Stabile di Genova, per interpretare un personaggio goldoniano. Per il cinema ha recitato in diversi film, tra cui ricordiamo Un uomo, una città di Romolo Guerrieri, La prova d’amore di Tiziano Longo, La prima volta, sull’erba di Gianluigi Calderone, La polizia ha le mani legate di Luciano Ercoli, La padrona è servita di Mario Lanfranchi, e Il buon soldato di Franco Brusati. Ha poi preso parte a diversi sceneggiati televisivi della Rai, ma nel 1992 ha deciso di interrompere il lavoro nella recitazione.
Zanin ha infatti abbandonato il mondo dello spettacolo per diventare corrispondente di guerra. Collaborò con Radio Vaticana per tre anni, poi iniziò a scrivere per il Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Der Spiegel. Infine, nel 2007 ha pubblicato un romanzo autobiografico, intitolato Nessuno dovrà saperlo.
Nel 1978 Bruno Zanin si sposò con una fotografa, con la quale ebbe due figli, Francesco e Fiorenzo. Si separarono dopo otto anni di matrimonio.
La malattia e le ultime volontà
I figli hanno accompagnato il padre durante il decorso della sua rapida malattia. Non è stata comunicata l’esatta durata del “suo pellegrinaggio”, come lo hanno chiamato i figli sui social, ma hanno rilasciato che la malattia è stata breve. Quando si è diffusa la notizia, sul web sono state effettuate numerose ricerche per capire se ci potesse essere una correlazione fra il turbo cancro e il vaccino Covid, ma per il momento non ci sono informazioni sulla vaccinazione ed eventuali reazioni avverse.
Nel medesimo post Facebook, i figli hanno comunicato le ultima volontà paterne: “Nei suoi ultimi desideri, papà ha chiesto che non sia fatta un grande cerimonia. A chiesto che il suo corpo sia cremato e che le sue ceneri siano disperse allo stesso posto dove un suo amico caro ha avuto le sue cenere disperse. Ci ha detto così:“Quand’ero giovane, il mio primo vero grande viaggio l’ho fatto con lui in autostop. Allora, vorrei tanto fare pure il mio ultimo grande viaggio con lui”. Per chi volesse ricordare papà non servono carte di condoglianze, mazzi di fiori o altre corone, ma una donazione a “Save The Children Italia”.