Caso Visibilia, chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio per Daniela Santanché, ministra Turismo imputata due volte

L’ipotesi di reato, si legge in una nota, "riguarda la contestata falsificazione dei bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl"

Per Daniela Santanché è stato chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio per il caso Visibilia. Nella prima tranche della vicenda, che vede imputati, per truffa aggravata all'Inps sulla cassa integrazione nel periodo Covid, Santanchè e altre due persone, tra cui Kunz, e due società, per il 9 ottobre è fissata l'udienza preliminare. L’ipotesi di reato, si legge in una nota, "riguarda la contestata falsificazione dei bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl. La corretta formazione dei bilanci, nell’ipotesi accusatoria, avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia editrice srl a far data dal bilancio 2021".

La vicenda Visibilia, dall'inizio

L'inchiesta era partita due anni fa dopo la denuncia di nove azionisti di minoranza che lamentavano gravi irregolarità nella gestione della società editrice e omissioni da parte degli organi di vigilanza. Sette anni, secondo l'accusa, senza mai chiudere un bilancio in utile con un fatturato intorno ai 4 milioni e incassando perdite per 11 milioni. Per i magistrati si sarebbe quindi evitato di ricapitalizzare l'azienda perché costava troppo. Parallelamente all'azione penale partirono anche una serie di azioni civili e fallimentari dove la ministra aveva messo a garanzia la sua casa da 6 milioni di euro in centro a Milano.