Genova, poliziotto condannato a due anni per circonvenzione d'incapace, spariti duecentomila euro
Secondo l'accusa ha approfittato della fragilità psichica di una donna. Aveva conosciuto la vittima perché era in affitto in uno dei suoi appartamenti
Un poliziotto genovese, oggi in pensione, è stato condannato dal gip Milena Catalano a due anni di reclusione con la condizionale per circonvenzione di incapace. Secondo quando emerso dall’inchiesta il poliziotto, che all’epoca dei fatti era in forze all’ufficio tecnico-logistico della Questura di Genova, si sarebbe approfittato della fragilità di una donna sottraendole nel corso di un anno e mezzo oltre duecentomila euro. Il poliziotto aveva conosciuto la donna in quanto era inquilino di uno degli appartamenti di proprietà dei genitori della vittima, poi deceduti prima del processo. Ad accorgersi degli anomali prelievi era statoil giudice tutelare su segnalazione dell’amministratore di sostegno dell’anziana madre della donna.
La Procura di Genova aveva prima chiesto e ottenuto l’amministrazione di sostegno anche per la figlia e parallelamente aveva avviato le indagini, coordinate dalla pm Arianna Ciavattini. L'imputato secondo l’accusa avrebbe approfittato della fragilità psichica della donna, incapace di occuparsi in autonomia delle incombenze quotidiane e della gestione del patrimonio immobiliare ereditato dagli anziani genitori al momento della morte, per prosciugarne i conti correnti. Nel corso delle indagini fra l’altro è stata sequestrata al poliziotto un’automobile del valore di ventottomila euro che secondo l’accusa lui era riuscito a farsi regalare. L’ex poliziotto, difeso dall’avvocato Giorgio Zunino, farà ricorso in appello contro la condanna.