Lisa Federico morta a 17 anni dopo trapianto midollo osseo al Bambin Gesù, nuova inchiesta su Franco Locatelli: "Non vigilò su di lei"

Per i legali del dirigente del Bambin Gesù si tratta di un "atto immotivato e inconsistente", il papà della giovane, Maurizio Federico: "Ci piacerebbe che Locatelli in persona spiegasse pubblicamente con parole autentiche la genesi del dramma"

Nuova inchiesta in merito alla morte della 17enne Lisa Federico su Franco Locatelli, dirigente dell’ospedale Bambino Gesù e conosciuto ai più per esser stato il capo del comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid. Approfondimenti disposti dalla gip Francesca Ciranna sul ruolo che ha giocato durante le fasi in cui la giovane veniva sottoposta alla terapia mortale che ne ha spento la vita a soli 17 anni. L'ipotesi è che Locatelli abbia omesso di vigilare sulle cure disposte dalla sua stessa equipe. Una ipotesi che l'avvocato della famiglia di Lisa composta da Maurizio Federico e Margherita Eichberg, formula con chiarezza nella sua opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. 

Lisa Federico morta a 17 anni dopo trapianto midollo osseo al Bambin Gesù, nuova inchiesta su Locatelli

Franco Locatelli da par suo ha sempre cercato di difendersi asserendo quanto segue: "La mia attività si è limitata a questo (condividere le scelte terapeutiche dei collaboratori, ndr) sia perché all’epoca ero molto impegnato nell’attività del comitato tecnico scientifico, sia perché l’attività terapeutica era stata correttamente impostata dai miei colleghi e quindi non ho ritenuto di dover intervenire".

La morte della giovane Lisa Federico dopo un trapianto di midollo osseo è stata un flagello non solo per i genitori, ma per tutti coloro i quali avevano un'idea diversa dell'ospedale Bambin Gesù, considerato dai più una vera eccellenza. La gip ha scritto che le nuove verifiche sono state disposte "al fine di accertare se vi sia stato coinvolgimento diretto e/o violazione dell’obbligo di controllo e di indirizzo terapeutico". Da riascoltare due dottoresse (Emilia Boccieri e Francesca Del Bufalo) e da verificare "lo stato del procedimento in cui sono imputati Merli (Pietro Merli, ndr) e Pinto (Rita Maria Pinto, ndr)" ai quali la Procura ha imputato l’omicidio colposo. 

I legali di Locatelli: atto immotivato e inconsistente

Per i legali di Franco Locatelli si tratta di un "atto immotivato e inconsistente. Il provvedimento della gip è privo di motivazione e giuridicamente del tutto inconsistente nella spasmodica e "sgocciolata" ricerca di un qualcosa che soddisfi la voglia di imputazione. Nel procedimento parallelo peraltro è stata depositata una perizia che ha escluso ogni profilo colposo nella gestione della triste vicenda".

Il papà di Lisa, Maurizio Federico: "La decisione della gip ci restituisce un minimo di fiducia nella giustizia in generale e nella possibilità che un giorno qualcuno, ma ci piacerebbe che Locatelli in persona spiegasse pubblicamente con parole autentiche la genesi del dramma che ha travolto Lisa". 

Maurizio Federico al GdI: "C'è voluta la sensibilità di una donna"

Il biologo Maurizio Federico ha così commentato al Giornale d'Italia la notizia dell'apertura di una nuova inchiesta su Franco Locatelli: "C'è voluta la sensibilità e l'obiettivita di una donna per dare le opportune attenzioni al caso di nostra figlia chiedendogli approfondimenti che potranno dare giusta luce a tutte le omissioni e le violenze subite. Stiamo vivendo una fase giudiziaria travagliata quanto difficile. In questo contesto la decisione della GIP Ciranna ci restituisce un minimo di fiducia nella giustizia in generale, e in particolare nella possibilità che un giorno si spieghi pubblicamente e con parole autentiche la genesi del dramma che ha travolto Lisa, inclusa la incredibile infusione di 350 mL di globuli rossi incompatibili. A noi basterebbe questo, e per questo ci batteremo allo stremo. Lo impone il rispetto per la memoria di una povera ragazza morta di cura a soli17 anni. Adesso, finalmente, avranno spazio le voci delle altre protagoniste, non indagate, operanti nel reparto. Lasciate per ora nascoste. Confidiamo che il loro sia un racconto obiettivo. In attesa che a noi genitori sia data finalmente l'occasione di raccontare la sofferenza inferta - ora per ora - ad una figlia morta per la cura".