"Femminile sovraesteso" all'Università di Trento, "rettrice" anche se uomo, Azione Universitaria: "Follia", la virata sul "gender fluid - neutral"
La presidente, la rettrice, la segretaria, le professoresse, la candidata, la decana. Il femminile sovraesteso dominerà all'Università di Trento, tutto dovrà essere scritto al femminile. È polemica
"Femminile sovraesteso" all'università di Trento. Si tratta dell'ultima frontiere dell'inclusivisimo adottata dagli atenei, o per meglio dire, di una virata "gender fluid - neutral", che prevede si utilizzino termini come "rettrice" o "segretaria" anche si sta parlando ad un uomo. Il Consiglio di amministrazione dell'Università di Trento nella giornata di oggi ha varato il Regolamento generale all'unanimità, che deve essere seguito da tutti.
"Femminile sovraesteso" all'Università di Trento, "rettrice" anche se uomo
La presidente, la rettrice, la segretaria, le professoresse, la candidata, la decana. Il femminile sovraesteso dominerà all'Università di Trento, tutto dovrà essere scritto al femminile. "Utilizzare i termini al maschile non è né neutro, né neutrale", ha dichiarato il Cda, asserendo che "termini femminili si riferiscono a tutte le persone".
Una scelta che suona come molto discutibile. Basti pensare come il rettore sia diventato "la rettrice Flavio Deflorian". La prorettrice alle Politiche di diversità ed equità dell’Università di Trento si è giustificata dicendo che si tratta di un "segnale simbolico. Una provocazione affinché ci si ponga nella prospettiva di chi resta esclusa dall’uso sovraesteso del genere maschile".
"È chiaro che il linguaggio non sia l’unico problema — ha precisato Poggio —, ma è importante perché le parole costruiscono la realtà. Il sentirsi chiamati è anche esistere. E contestualmente possiamo lavorare su tutto il resto". Difatti in cantiere ci sarebbero "progetti per le donne in area Stem, come quelli effettuati con le scuole per la 'realizzazione di genere'. In queste aree in cui le possibilità di occupazione sono più alte, abbiamo troppe poche studentesse”.
Università di Trento, al via il femminile sovraesteso, Azione Universitaria: "Follia"
La scelta come è noto ha attirato un mucchio di critiche. Così Francesca Gerosa, assessora per le Pari opportunità della Provincia Autonoma di Trento: "Credo che dovremmo unire le forze per lavorare in concreto: c’è molto da cambiare a livello culturale, cosa che non trova risposta nel declinare i nomi. Non trovo questa grande utilità nel dover star qua a definirci al femminile. È la singola persona che dà il valore giusto alla carica".
"Dobbiamo lavorare affinché le donne arrivino in alto. Dobbiamo fare capire loro che devono sostenersi, senza invidie e sgambetti, e fare rete. Poi va fatto un cambio culturale anche da parte degli uomini: il nostro modo di lavorare basato su analisi, domande e bisogno di precisione infastidisce e veniamo viste come rompiscatole".
Più dure le parole di Giulia Chiara Balestrieri dell’associazione studentesca Azione Universitaria Trento, che ha definito la scelta dell’ateneo "una follia". "Basta con la retorica vuota e paternalista che suggerisce che l’inclusione nelle università sia una questione di linguaggio. L’ambiente accademico richiede rispetto per l’intelligenza e la competenza di ogni individuo, indipendentemente dal genere".