Arresto Toti, la procura interroga La Mattina, al telefono diceva di non temere minacce da nessuno
Il membro del comitato di gestione di Autorità Portuale inizialmente si era detto contrario al rinnovo della concessione a Spinelli del Terminal Rinfuse
Proseguono gli interrogatori in Procura a Genova dei membri del comitato di gestione di Autorità di Sistema Portuale, gli inquirenti sentiranno Andrea La Mattina, membro del comitato per conto di Regione Liguria che, secondo l'ipotesi della procura, insieme a Giorgio Carozzi, membro per conto del Comune di Genova, sentito lo scorso venerdì, avrebbe subito pressioni per fare ottenere ad Aldo Spinelli la proroga trentennale della concessione del terminal rinfuse. Il ruolo di La Mattina è considerato molto importante dalla procura, il suo nome nelle carte viene citato 750 volte. Sulle prime era considerato il principale oppositore del rinnovo della concessione in favore dell'imprenditore, ai domiciliari con l'accusa di corruzione insieme al presidente della Regione Giovanni Toti, mentre l'allora numero uno dell'Autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini, è in carcere.
La Mattina, come si legge tra le oltre 1.400 pagine della richiesta di custodia cautelare della procura, avrebbe ricevuto pressioni per permettere il rinnovo della concessione. Dopo la seduta del 29 settembre 2021, durante la quale il membro del comitato per conto della Regione si era astenuto, lo stesso raccontava a un interlocutore che Signorini avrebbe riportato l'accaduto a Giovanni Toti. "Significative - scrivono gli inquirenti - appaiono in questo senso le esternazioni di La Mattina che, ostentando e preservando la propria autonomia decisionale, in alcuni passaggi, sfogandosi con l'interlocutore, testualmente riportava: “il presidente ha anche detto - 'Sono stupefatto perché ho finito poco fa di parlare con Toti al quale riferirò questo comportamento', e ancora 'Tu così impedisci l'operatività del porto'.
Ma ci sono altri che hanno detto no a quella che gli inquirenti chiamano cricca. La manager Ivana Semeraro si sarebbe rifiutata di finanziare con Spinelli il comitato elettorale di Toti per 40 mila euro, perché secondo lei “questi pagamenti possono essere visti come corruzione”. Spinelli come socio della Icon nel porto di Genovachiede al Fondo di accollarsi un finanziamento da 40 mila euro. Spinelli, secondo i pm, voleva usare come schermo il fondo di investimento inglese per evitare di comparire tra i finanziatori di Toti. In uno stralcio di conversazione intercettato tra Aldo Spinelli e Semeraro, avvenuta il 20 settembre 2021. “Ciao Aldo – dice la manager – Abbiamo un po’ di problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione, alla… al comitato di Toti..”. Spinelli è sorpreso: “Perché?”. “Perché è un problema di reputazione – risponde l’altra – perché comunque nelle regole della nostra policy non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come…”. “Ma noi l’abbiamo fatto sempre tutti gli anni” insiste l’imprenditore. E Semeraro: “Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo. Perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’… visti come corruzione”. Spinelli allora dice: “Lo so, ma gioia, sai cosa…”. Semeraro dice ancora: “Lo so, io capisco che per te è importante supportare a livello locale…”.