Arresto Toti, si apre anche il filone della sanità, tra le accuse al governatore i dati Covid gonfiati per ottenere più vaccini

Gli inquirenti indagano sui numeri forniti alla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo e su presunti finanziamenti illeciti ai comitati del presidente della Regione

Sono iniziati al terzo piano del tribunale di Genova gli interrogatori di quattro degli indagati che hanno ricevuto martedì scorso le misure cautelari nell'ambito dell'indagine su corruzione e voto di scambio in Regione. In aula è già presente Roberto Spinelli, figlio Aldo, assieme all'avvocato Andrea Vernazza. Pure il padre, Aldo Spinelli appunto, verrà sentito pure lui dal gip questa mattina, dopo che il suo interrogatorio di garanzia era saltato sabato per un errore di notifica. Sempre in tema di interrogatori di garanzia, è iniziato da pochi minuti alla Spezia quello di Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Regione Liguria nonché ex sindaco di Porto Venere e figura chiave nella maxi-inchiesta sulla malaffare che sta scuotendo la Liguria. Cozzani è indagato nel filone principale, a Genova, per corruzione elettorale aggravata dal fatto di aver agevolato la mafia. Nel filone spezzino invece risponde di una serie di presunte corruzioni per i suoi rapporti con alcuni imprenditori.

Ma l'indagine si allarga al fronte della sanità. Si tratta di tre filoni, uno più specifico relativo ai vaccini Covid. uno che riguarda invece presunti finanziamenti illeciti a Toti da parte di imprenditori della sanità privata e l'ultimo, spuntato ssul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista del presidente Giovanni Toti, gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid. In particolare le mascherine, introvabili in piena pandemia e preziose come l'oro nella fase due per scuole e luoghi pubblici. Sul fronte del falsoil presidente della Regione Giovanni Toti e il suo capo di gabinetto (dimissionario) Matteo Cozzani, entrambi ai domiciliari, sono indagati per i dati Covid: secondo una delle ipotesi della procura i numeri sarebbero stati gonfiati per ottenere più vaccini dalla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Dalle intercettazioni che compongono l’enorme fascicolo in mano agli inquirenti ne emerge una particolarmente significativa ai fini dell’inchiesta. È il marzo del 2021 e le microspie installate nell’ufficio di Cozzani – già sotto indagine per presunta corruzione elettorale – captano una conversazione che il capo di gabinetto ha con un interlocutore nel suo ufficio. Cozzani, secondo quanto intercettato dalle microspie, sta parlando della difficoltà di ottenere i vaccini: “Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati”, dice il capo di gabinetto. Quel “lui” sarebbe il presidente Toti, come si evincerebbe dalle parole successive: “Quando me li ha rimandati gli ho scritto ‘ma cazzo pres, ma sono fuori’ – dice ancora Cozzani – e lui ha detto ‘ma li ho un po’ aumentati’ e io ‘ma l’avevo già fatto io’, e lui ‘cazzo dimmelo che l’hai già fatto te, aspetta un secondo’.. vabbè”. A questo si aggiungono altre intercettazioni tra Cozzani e Filippo Ansaldi (non indagato), direttore di Alisa, in cui si parla proprio dei dati sulle coperture vaccinali inviati a Roma e si ironizza sul calcolo effettuato, con un’altra dirigente Alisa che esprime perplessità proprie sui dati e sulla reazione che la struttura commissariale ha avuto davanti a quelle che appaiono come incongruenze. La tesi degli inquirenti, insomma, è che i numeri relativi alla popolazione siano stati aumentati per avere più vaccini. Per questo filone, però, è probabile che il pool di pm possa chiedere l’archiviazione

Il secondo filone d’inchiesta invece è decisamente più complesso, e ricalca quello principale. Gli inquirenti stanno indagando sui finanziamenti che imprenditori del mondo della sanità avrebbero elargito ai comitati elettorali di Toti. Manovre del tutto consuete e legittime, ma il sospetto è che in cambio di questi finanziamenti siano arrivati contratti e convenzioni. Il focus è sui finanziamenti alla Fondazione Change superiori ai 40.000 euro.