Liguria, nel 2023 sono state 24 le persone denunciate dai carabinieri per reati contro il patrimonio culturale
Il bilancio di un anno di attività del nucleo TPC, specializzati nella salvaguardia delle opere d'arte Le accuse: ricettazione, scavi clandestini a contraffazione
Un centinaio di oggetti, tra opere e beni d’arte del valore di 282.000 euro recuperati, e otto furti d’arte su cui è stato aperto un fascicolo,mentre sono 24 le persone denunciate. È il bilancio dell’attività svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova nel 2023. I militari specializzati in tutela del patrimonio culturale hanno pattugliato l’intera regione, svolgendo verifiche sulla sicurezza in musei, biblioteche e archivi, vigilando su una cinquantina di aree archeologiche e 133 aree tutelate da vincoli paesaggistici ed effettuando controlli specifici in occasione di fiere, mercati antiquariali ed esercizi commerciali di settore. Più di 6.000 i beni culturali sottoposti ad accertamenti attraverso la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando di Roma, che ha aggiornato i propri sistemi informatici di ricerca e controllo sfruttando un sistema basato sull’intelligenza artificiale che consente la raccolta automatica di dati e immagini provenienti da web, deep web e social media, per confrontarle con le foto delle opere d’arte da ricercare.
Tra i denunciati ci sono dieci persone accusate di ricettazione di beni culturali, due di scavo clandestino, due di contraffazione di opere d’arte, una per illecita esportazione, otto per reati in danno del paesaggio. Il recupero dei beni culturali trafugati ha riguardato dodici beni di antiquariato divisi fra dipinti, sculture e beni librari/archivistici e 92 reperti archeologici di provenienza illecita, avviati alla restituzione allo Stato. Sequestrato inoltre un bene contraffatto. Tra le operazione maggiormente degne di nota quella denominata Pandora VII, coordinata dalla procura spagnola. Nel corso delle indagini i militari del Nucleo TPC di Genova hanno effettuato controlli mirati al contrasto del traffico illecito di beni culturali, riuscendo a sequestro di due anfore archeologiche trafugate dal mar Ligure.
Una recente indagini condotta dai militari dello Speciale Reparto dell’Arma, diretti dalla Procura della Repubblica della Spezia, ha invece portato al recupero del libro a stampa intitolato “Oratio Dominica in 155 linguas versa et exoticis characteribus plerumque expressa” (1806), contenente la traduzione in 155 lingue del “pater noster” e considerato il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri mai pubblicato, trafugato dalla biblioteca apostolica “Comboni” di Brescia. L’opera libraria è stata recentemente restituita all’Ente religioso di provenienza che ne ha concesso l’esposizione nella mostra “Liber. Pagine rubate e ritrovate” che si è tenuta a Palazzo Ducale di Genova dal 9 febbraio al 17 marzo di quest’anno nell’ambito di “Genova Capitale italiana del libro 2023”.
Particolare anche il sequestro operato dai militari del TPC di Genova, sempre diretti dalla Procura della Repubblica spezzina, di una grande ancora tipo “Long Shank British Admiralty 1839” proveniente dal fondale marino di Lerici. La notizia del ripescaggio era apparsa su un quotidiano dando avvio agli accertamenti del caso. Le indagini hanno portato a identificare i responsabili del ripescaggio del bene culturale, che non avevano segnalato il rinvenimento e non avevano autorizzazione al prelievo da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia.