Arresto Toti, così la cricca degli amici di Riesi aiutava Anzalone a prendere voti per essere eletto
Nelle intercettazioni dell'indagine della Procura di Genova che ha portato ai domiciliari il governatore della Liguria i rapporti tra mafia e politica
“Non vorrei trovarmi la Dia in ufficio”. A parlare, in auto, con la deputata spezzina Manuela Gagliardi, è Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Giovanni Toti in Regione Liguria ed ex sindaco di Portovenere, anello di congiunzione tra la maxi inchiesta per corruzione della procura di Genova e quella della procura della Spezia. La battuta è relativa a una serie di rapporti pericolosi che Cozzani, nel 2020 al tempo coordinatore regionale della campagna elettorale per le regionali per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, aveva intessuto con alcune figure legate alla comunità siciliana dei riesinia Genova. Un gruppo che si autodefiniva “cricca di amici”. Figure, in parte, anche colluse con cosa nostra, secondo i pm, e che in cambio di promesse di posti di lavoro e l’assegnazione di case popolari, avrebbero portato centinaia di voti agli arancioni. In particolare a Stefano Anzalone, oggi consigliere regionale del gruppo Misto.
A Matteo Cozzani, al tempo coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, viene contestato (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale. Gli altri protagonisti di questo filone dell’inchiesta per corruzione elettorale, in alcuni casi anche con l’aggravante del favoreggiamento della criminalità organizzata, sono Venanzio Maurici, ex sindacalista della Cgil in pensione ma considerato dai pm referente genovese del clan dei Cammarata del mandamento di Riesi sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Poi Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, gemelli, residenti nel bergamasco, anche loro legati alla comunità riesina e di fatto “trasferiti” per due settimane a Genova sotto elezioni per portare avanti la campagna elettorale.
Nonché Stefano Anzalone, nei confronti del quale secondo i pm vennero convogliati decine voti solo in Valpolcevera e Umberto Lo Grasso, oggi consigliere comunale della Lista Toti a Genova ma in passato esponente della Margherita e già consigliere di municipio in Valpolcevera. Per lui la condotta illecita configurata è quella di favoreggiamento personale. Lo Grasso, chiamato ”il “pupillo”, in più occasioni disse ai fratelli Testa di non parlare di certi argomenti al telefono: “State attenti perché stanno indagando su queste cose”. Tra gli elementi chiave, emersi dalle carte della procura di Genova, l’organizzazione di una cena per il sostegno di Toti da 250 persone al ristorante Punta Vagno, in corso Italia, il 12 settembre 2020, pochi giorni prima delle elezioni. A quella cena partecipò anche il governatore ligure, oltre ad altri candidati poi eletti, Lilli Lauro e Stefano Anzalone, ma anche lo stesso Cozzani e Alessandro Sorte, ex parlamentare di Noi Moderati, che non è indagato.