Genova, indagati i maestri spirituali dell'operaio terrorista di Allah, "gli hanno insegnato via del martirio"
La Dda alla ricerca dei contatti dei due predicatori: il sospetto è che ci siano altre persone pronte a combattere al fianco del Tehrik Taliban Pakistan
Processo con il rito abbreviato per Faysal Rahman, l’operaio di 22 anni originario del Bangladesh, residente a Sestri Ponente con i genitori e il fratellino minore, arrestato a inizio novembre dalla Digos, come chiesto dalla Direzione distrettuale antiterrorismo, con l’accusa di associazione terroristica internazionale perché sospettato di far parte dell’organizzazione terroristica pakistana “Ttp”. L’udienza è stata fissata il 12 giugno davanti al gip Carla Pastorini. L’indagine del sostituto procuratore della Dda Federico Manotti, però, continua. Sembra imminente l’iscrizione nel registro degli indagati di altre persone con le medesime accuse. Altri cittadini di origine bengalese, residenti soprattutto nel capoluogo ligure.
A loro gli investigatori - gli accertamenti li sta svolgendo la Digos - sono risaliti seguendo i due predicatori finiti nell’inchiesta quando è stato arrestato Rahman. Per la coppia non sono scattate le manette, ma nonostante siano a piede libero sono fortemente indiziati di aver istruito l’operaio alla jihad. La polizia ha sequestrato i dispositivi informatici (pc, tablet e telefonini) di Khabil e Jikan - sono i nomi con cui li riconoscono i discepoli, mentre le generalità complete in questa fase la Procura preferisce non fornirle - e grazie alle rubriche telefoniche e ai contatti sta identificando gli adepti più fedeli, pronti come Faysal a combattere al fianco dei terroristi del Tehrik Taliban Pakistan (Ttp), gruppo nell’orbita di Al Qaeda. Khabil abita a Genova, mentre Jikan a Castelnuovo Mantovano (in provincia di Mantova): per gli inquirenti è stato il primo a mettere in testa le idee jihadiste all’operaio ventiduenne (scoperto grazie ai disegni delle armi che ha fatto il suo fratellino a scuola, allarmando gli insegnanti), sfruttando anche la vicinanza logistica.
Appena Rahman aveva un dubbio correva dal “maestro” e lui gli indicava la via. Così come aveva fatto all’inizio, nel 2019, quando l’operaio oggi ventiduenne aveva altri interessi e sui social postava video divertenti che nulla avevano a che fare con la guerra santa. L’indottrinamento fatto a Faysal, secondo Manotti e la Digos, è stato ripetuto almeno un’altra decina di volte ad altri membri della comunità bengalese. E a dare una mano al predicatore ci ha pensato l’amico residente del mantovano: Jikan, che come hanno accertato gli investigatori non è un vero e proprio predicatore ma con il supporto di una figura religiosa come Khabil può dispensare consigli. Entrambi gli indagati fanno parte della Tabligh, un'associazione islamica dedita alla propaganda religiosa e impegnata a riavvicinare all'Islam più rigoroso quei fedeli che, soprattutto in Occidente, si sono allontanati dalla fede.
Rahman in attesa del processo si trova nel carcere di Sassari, dove vengono reclusi, tra gli altri, i detenuti sospettati di terrorismo internazionale.