Arenzano, allarme per tre sub che non riemergono dopo visita al relitto della Haven, trovati sani e salvi

A chiedere aiuto l'amico che li stava aspettando sulla barca. Dal 2015 sono sette le persone morte per visitare la petroliera che si è inabissata nel 1991

Paura ad Arenzano per tre subacquei che non sono riemersi dopo una visita guidata sui fondali che ospitano il relitto della Haven, la petroliera che si è inabissata dopo un incendio nell'aprile del 1991. Per salvarli si sono mobilitati i soccorsi con il timore di non fare in tempo: sono partiti i vigili del fuoco con elicottero, imbarcazioni e sommozzatori insieme alla Capitaneria di Porto e al personale inviato dal 118. Un compagno dei tre, rimasto a bordo dell'imbarcazione, non li aveva visti rientrare e si era preoccupato chiedendo aiuto. Però si è trattato solo di un falso allarme, i tre amici stavano risalendo e sono poi effettivamente riemersi in buone condizioni di salute. Avevano allungato la fase di decompressione.

Il relitto della Haven è il più grande visitabile del Mediterraneo ed è da sempre meta di immersioni per migliaia di appassionati di subacquea. Ma il fondale è pieno di minacce e dal 2015 hanno perso la vita al largo di Arenzano sette persone. L'ultimo il 3 dicembre scorso. La vittima si chiamava Giovanni Sclavi e aveva 43 anni. Era sceso in acqua per vedere il "relitto maledetto" (come è soprannominato per il numero di persone morte durante l'immersione) ma si era sentito male improvvisamente. In poco tempo era stato lanciato l'allarme: a soccorrerlo si erano tuffati i sommozzatori dei vigili del fuoco mentre sul posto era arrivato un elicottero della Guardia Costiera. Ma purtroppo per l'uomo non c'era stato più nulla da fare. La Procura aveva aperto un fascicolo e l'autopsia aveva dato la certezza sulla causa del decesso. Prima di Sclavi stessa sorte era toccata nel luglio del 2018 alla piemontese cinquantenne  Ornella Bellagarda: nel suo caso ci sono voluti giorni per recuperare il corpo. L'anno prima invece, nel 2017 è morta la guida subacquea svizzera di 45 anni  Guido Halte. E ancora: il 5 aprile del 2015 aveva perso la vita lo svizzero Julien Giller, 34 anni. Il 16 maggio dello stesso anno erano morti due amici olandesi, Roland Vervoort e Paul Hendrius, di 46 e 53 anni. Pochi mesi dopo a morire per un malore a metri di profondità è il sub tedesco di 61 anni Michael Eberleh.