Genova, sospetti su un testamento con eredità di due milioni, sessantacinquenne finisce a processo

L'anziana prima di morire aveva lasciato tutto alla fantomatica amica che in famiglia nessuno conosceva. La donna finisce a processo e una grafologa la inchioda

Dopo appena quattro o cinque incontri l’anziana consegna alla nuova amica, mai conosciuta prima, un foglio. C’è scritto che lascerà a lei e solo a lei «denari, titoli e azioni», con buona pace degli eredi naturali, per un totale di circa 2 milioni. Poi quasi due anni di lontananza, senza più nessun caffè assieme, nessuna chiacchierata. Pochi giorni dopo la morte dell’anziana però la donna torna improvvisamente a trovarla e scopre la tragedia facendo valere quel testamento. Una coincidenza che non sarebbe tale, per la Procura di Genova, come altre in questa storia. E quel documento, secondo il consulente del pm e il perito del giudice, non è stato scritto dall’anziana. Così la presunta beneficiaria, che ha 65 anni e vive a Sestri Ponente, è a processo con l’accusa di aver utilizzato un testamento falso per incassare l’eredità. Chi abbia realizzato quel testo però ancora non è chiaro. I reati contestati sono falsità in scrittura privata e falsità in testamento olografo. Il sostituto procuratore Giuseppe Longo ha chiesto la condanna a un anno di reclusione. Mentre l’indagata si è difesa respingendo ogni accusa.
A dare il via all’inchiesta erano stati i nipoti dell’anziana, residente a Sampierdarena e deceduta il 13 febbraio del 2019 a 95 anni. Una segnalazione che aveva portato al sequestro preventivo da parte della Procura dei conti correnti che l’imputata si era presentata a reclamare in alcune banche. Presentando il testamento, registrato da un notaio il 5 marzo 2019. Ad assistere i due nipoti, un uomo e una donna figli di una sorella della novantenne e unici eredi in linea di successione, è l’avvocato Pietro Bogliolo. A difendere l’imputata è il legale Massimiliano Ricordini.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, è il 29 marzo 2019 quando il direttore di una delle banche in cui la novantenne aveva un conto chiama la nipote per dirle di recarsi in filiale per la successione. Ma una volta arrivata la donna scopre che ci sono dei problemi. Si è presentata una persona sostenendo di essere lei l’unica erede. Ma solo della parte finanziaria di quanto lasciato dalla novantenne. Gli immobili restano ai due parenti. Così i nipoti cercano di capire cosa sia accaduto. Non sanno chi sia la sessantacinquenne che si ritrova in mano il patrimonio della zia, fra depositi e investimenti. Così si affidano al proprio legale. Una prima consulenza esclude che il testamento sia stato scritto dall’anziana e, dopo la denuncia, la beneficiaria di quel documento viene indagata. Per i familiari le cose che non tornano sono anche altre. La zia ha avuto un’emorragia cerebrale nel 2018 e, da quel momento, non è mai stata sola in casa. Due badanti la seguivano e i nipoti andavano da lei quasi tutti i giorni. Visite che avvenivano anche prima, soprattutto dopo che la signora era stata raggirata nel 2016 subendo un furto ingente, rimanendone sconvolta. Eppure la zia mai aveva parlato loro di quella nuova amica. E del testamento. Era stata quest’ultima a scriverlo?

La perizia disposta dal giudice Fulvio Polidori nel processo ed elaborata dalla grafologa Maria Anna Ghezzi spiega che la scrittura non è della novantenne, perché non combacia con quella di altri testi. Poi alcune parole iniziano con un lieve tremolio, che sparisce dopo la prima lettera. Segno, per l’esperta, di contraffazione. Nei documenti scritti dall’anziana il tremolio è persistente. Quindi a scrivere è stata la sessantacinquenne? No. I dubbi su questo aspetto restano. In udienza l’imputata racconta di aver conosciuto la novantenne al parco Villa Scassi a settembre del 2017, un giorno in cui aveva ricevuto una brutta notizia. Piangeva, in attesa di un’amica. L’anziana l’aveva avvicinata provando a consolarla. Le due avevano stretto amicizia, dice l’imputata rispondendo al pm, ed erano avvenuti quattro o cinque incontri a casa della novantenne. L’ultimo dei quali concluso con la consegna del testamento, il 5 dicembre 2017.