La Spezia, non parlavano né capivano l'italiano ma percepivano il reddito di cittadinanza, denunciate 32 persone

La Finanza di Sarzana ha scoperto che gli indagati si recavano negli uffici postali con un amico che faceva da traduttore. Nei guai altri 23 soggetti

I finanzieri del comando provinciale della Spezia hanno denunciato 32 persone di nazionalità romena che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza per una cifra complessiva di circa 300 mila euro. Le Fiamme gialle hanno anche denunciato 17 soggetti per il reato di sostituzione di persona e 6 per il reato di riciclaggio, per un totale complessivo di 55 persone. I militari della compagnia di Sarzana avevano notato numerosi soggetti di nazionalità romena recarsi più volte in diversi uffici postali al fine di ritirare la carta del reddito di cittadinanza. Gli appostamenti e i successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare che queste persone non erano in grado né di parlare né di comprendere la lingua italiana e, per ovviare a ciò, si facevano accompagnare da un loro connazionale che faceva da “traduttore” nei dialoghi con gli operatori postali. Tale circostanza ha fatto presumere agli investigatori la possibile mancanza del requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni e, pertanto, sono state avviate ulteriori indagini.

I successivi accertamenti, eseguiti attraverso le numerose banche dati in uso alla finanza, hanno permesso di appurare che sia le domande di reddito di cittadinanza presentate dai romeni riportavano false informazioni: ciò al fine di risultare cittadini italiani e percepire illecitamente il contributo economico.

I soggetti che hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza sono stati quindi denunciati alla Procura della Repubblica della Spezia per le violazioni previste dall’articolo 7 del decreto legge numero 4/2019, che sanziona con la reclusione da due a sei anni chiunque percepisca indebitamente tale beneficio. I finanzieri hanno poi segnalato alla direzione provinciale dell’Inps le medesime persone al fine di procedere al blocco dei contributi richiesti, evitando che venissero erogati indebitamente altri 168.106 euro.

Gli sviluppi investigativi effettuati dai finanzieri hanno permesso di portare alla luce un vero e proprio sistema organizzato in cui gli indebiti percettori del reddito, grazie alla connivenza con altri soggetti, provvedevano immediatamente ad eseguire operazioni di ricarica delle proprie PostePay private scaricandole interamente del sussidio pubblico precaricato.

L’attività ha quindi permesso di individuare altri 6 soggetti (sia italiani che rumeni) che, attraverso le movimentazioni monetarie ed i massicci prelievi di denaro contante, si sono resi responsabili del reato di riciclaggio (articolo 648 bis) essendosi appropriati della somma di 105.250 euro e di 17 soggetti deferiti all’autorità giudiziaria per il reato di sostituzione di persona (articolo 494 del codice penale), che prestavano la loro identità al fine di poter eseguire le operazioni di cui sopra.