Liguria, un bonus ai cacciatori che abbattono cinghiali e fermano la pandemia di peste suina africana
Il provvedimento della Regione, 80 euro per ogni femmina uccisa e 40 euro per ogni maschio, scatena la reazione degli ambientalisti che chiedono la sterilizzazione degli ungulati
Animalisti in rivolta per il 'bonus' abbattimento cinghiali deciso dalla Regione Liguria per rinnovare il contrasto alla diffusione della peste suina. Il provvedimento prevede 80 euro per l'abbattimento di ogni esemplare di femmina adulta e subadulta di cinghiale selvatico all'interno delle zone di restrizione I e II o entro i 50 chilometri dal loro confine. Contributo che si dimezza a 40 euro per ciascun esemplare di maschio adulto, nella stessa area. Si scende a 30 euro per l'abbattimento di cinghiali selvatici in Liguria a una distanza superiore ai 50 chilometri dai confini della zona di restrizione II e per il ritrovamento di ogni carcassa nelle ricerche attive coordinate dai Gruppi operativi territoriali. Il finanziamento complessivo viene stimato in 200.000 euro e rientra negli oltre 3,3 milioni già accantonati e messi a disposizione di Alisa per il rimborso delle spese sostenute dagli Ambiti territoriali di caccia per il contrasto alla pandemia.
Secondo le associazioni Gaia Animali e Ambiente, Lav, delegazioni di Genova, e il gruppo Animalisti Genovesi: "La Regione Liguria e il commissario straordinario Vincenzo Caputo si confermano nuovamente al servizio del mondo venatorio, dimostrando l’inefficienza nell’affrontare l’epidemia di peste suina perseverando nella fallimentare politica delle catture e uccisioni, tramite gli agenti della Vigilanza Faunistica, e battute tramite i Got, in sostanza cacciatori, nelle zone di restrizione I e II con conseguente dispersione dei cinghiali in altre aree, movimentazione di persone e mezzi, quindi espansione delle contaminazioni. Gaia, Lav e Animalisti genovesi denunciano l’assenza di ascolto verso le associazioni animaliste e nemmeno di quella parte di comunità scientifica che propone da molto tempo interventi alternativi e non cruenti, che con l’enorme quantità di finanziamenti elargiti al settore avrebbero avuto già dei risultati. Chiediamo a Vincenzo Caputo, che fine hanno i progetti per la sterilizzazione farmacologica attraverso farmaci di cui annunciava il sostegno lo scorso anno".