Processo Impagnatiello, medici legali: "Giulia Tramontano non potè gridare perché colpita alla laringe", dosi di veleno aumentate un mese prima della morte

Diverse rivelazioni nella nuova udienza a porte chiuse: mostrato anche il corpo di Giulia

Il processo ad Alessandro Impagnatiello va avanti. Quest'oggi udienza a porte chiuse, nella quale i medici legali hanno spiegato come Giulia Tramontano sia stata "uccisa con 37 coltellate" e "non potè gridare perché colpita alla laringe". Uno dei medici, ha spiegato che "il feto è morto a causa del decesso della madre. Nessuna lesione alle braccia di Giulia, cade la "difesa" di Impagnatiello.

Processo Impagnatiello, medici legali: "Giulia Tramontano non potè gridare perché colpita alla laringe"

Mostrate immagini molto forti durante l'udienza di quest'oggi. Durante il processo ad Impagnatiello, sono stati spiegate le modalità con le quali Giulia Tramontano è morta: "Massiva emorragia acuta" provocata da "lesioni vascolari cervico-toraciche" inflitte con un'arma da taglio", ha detto il medico legale Nicola Galante. "La morte del feto è successiva a quella madre, determinata da una insufficienza vascolare provocata dall'emorragia materna", ha aggiunto poi riguardo al piccolo Thiago che sarebbe dovuto nascere da lì a poco.

Sul corpo di Giulia Tramontano non vi erano "lesioni da difesa". In primis perché colpita alle spalle, e poi, non potè nemmeno urlare "perché colpita alla laringe". È questa la tesi Galante e Andrea Gentilomo, due dei medici legali che hanno svolto l'autopsia sul cadavere. Le coltellate sono state sferrate a "destra e sinistra" sia "posteriormente che anteriormente" del corpo di Giulia. 

Il fatto che non vi sia nessun taglio alle braccia, fa cadere la "difesa" di Impagnatiello.  Il "quadro complessivo fa pensare un'aggressione da dietro perché è una posizione che permette di raggiungere tutte le parti del corpo che sono state colpite anche se è difficile dirlo con certezza". Quel che è certo è che "nessuna ferita è presente sugli avambracci, se non alcuni segni prodotti dopo la morte". La data della morte è ancora un mistero, nonostante sia stato asserito che questa sia avvenuta "almeno 48 ore" prima ritrovamento. "Il cadavere è stato incendiato", rendendo impossibile datare con certezza il decesso con la metodologia che prevede la misurazione della temperatura.

Dosi di veleno aumentate nell'ultimo mese, la difesa: "Quantità irrisorie"

Nell'ultimo mese di vita di Giulia Tramontano "sembra esserci stato un aumento" della somministrazione di bromadiolone, cioè un veleno per topi che, se assunto in dosi elevate, può portare alla morte "per emorragia", sostiene il tossicologo Mauro Minoli.

Per l'avvocato di Impagnatiello, Giulia Gerardini, il topicida rinvenuto sul cadavere di Giulia Tramontano "è molto vago, nel senso che non sono in grado, visto che c'è poca letteratura scientifica sul topicida, di dire effettivamente quante dosi. L'elemento che è emerso è che la somministrazione è veramente irrisoria, cioè un quantitativo non in grado di provocare la morte di un individuo".