Papa Francesco sta male, è anziano e soprattutto stanco. Sono vicine le dimissioni?
Costretto su di una sedia a rotelle, sempre più ricurvo su sé stesso, il Santo Padre sembra arrivato al capolinea, ma c'é chi confida in una ripresa
In occasione della celebrazione della Domenica delle Palme a San Pietro, di fronte 25.000 fedeli presenti, Papa Ciccio ha rinunciato alla lettura dell'omeliea preparata per la Santa Messa.
Stanco e provato nella voce come nel fisico, Bergoglio non è riuscito a concludere il rito, lasciando il passo a un inatteso silenzio non liturgico subito dopo la lettura del Vangelo.
Che il Papa non sia al massimo della forma lo sappiamo tutti e da un po', non è un mistero che non riesca più a camminare sulle sue gambe, così come non è un mistero che abbia sfoltito di parecchio il suo calendario, ma la scena a cui abbiamo assistito poche ore fa non è un buon presagio.
In molti tra i presenti, così come tra chi vive all'interno del Vaticano, osservando Francesco ripensano al calvario di Papa Giovanni Paolo II.
Voce sempre più flebile e incomprensibile, testa china, deambulazione attraverso la sedia a rotelle, questo è il panorama.
C'é da chiedersi come si svilupperà questa nuova situazione, si dimetterà come fece Ratzinger o seguirà l'esempio di Woytila portando a termine fino all'ultimo secondo il suo mandato? Difficile a dirsi.
Anche se più volte il Pontefice ha affermato che, in caso di malattia, avrebbe rinunciato al ruolo di Vescovo, non sono pochi a credere che l'uomo Bergoglio non lo farà. La sua attitudine rivoluzionaria non glielo permetterà, ancora più della sua fede. Immaginare che lasci alle ortiche i suoi passi decisivi verso un mutamento totale della Chiesa, così come ipotizzare che abbandoni il campo proprio in questi giorni tesi a livello mondiale, è difficile.
Le sue dimissioni, indipendentemente dalle questioni di fede, politicamente rappresenterebbero l'uscita di scena di uno dei pochi, se non l'unico, che con autorità parla di pace, e c'é da augurarsi che il suo fisico resista almeno fino alla fine dei conflitti in corso.
Di Aldo Luigi Mancusi