Maurizio Molinari censurato all'università di Napoli, il direttore di Repubblica ha capito cosa vuol dire essere silenziati

Che si provi indignazione solo quando non parla Molinari e si trovi normale il silenziamento quotidiano delle voci disallineate (spesso dagli stessi che ora si ergono a paladini di Molinari), ecco, questo fa francamente ridere ed è una delle prove della miseria culturale imperante

Regna un pensiero ovunque oppressivo e soffocante, che non dà spazio ai pensieri disallineati e anzi li ostracizza orwellianamente. E ora sembra che l'ingiustizia massima sia il fatto che al direttore di "Repubblica" (Maurizio Molinari) sia stato impedito di parlare dagli studenti di Napoli. Per carità, tutti devono avere il diritto di parlare, sia chiaro, perfino chi - come Molinari - ripete pappagallescamente e a mo' di grancassa le ideologie care al potere dominante (più mercato, più imperialismo umanitario!). Ma che si provi indignazione solo quando non parla Molinari e si trovi normale il silenziamento quotidiano delle voci disallineate (spesso dagli stessi che ora si ergono a paladini di Molinari), ecco, questo fa francamente ridere ed è una delle prove della miseria culturale imperante. Sarebbe interessante chiedere a Molinari e a tutti gli altri indignati per i fatti di Napoli se a loro pare normale che in questi ormai più di due anni di orrenda guerra in Ucraina non si sia mai data voce, sui giornali mainstream e sulle televisioni, a voci disallineate, se non per fare il solito "pestaggio all'americana" del dieci contro uno messo alla berlina, secondo il modus operandi tipico dei demenziali talk show fintamente pluralistici. Sarebbe egualmente interessante domandare loro se trovino normale che nei tre anni dell'emergenza sanitaria non si siano mai vagamente fatte parlare le voci disorganiche alla narrazione ufficiale sulla infame tessera verde e sulle misure repressive giustificate in nome dell'emergenza epidemica. Insomma, ora si indignano quando sono loro a essere censurati, ma dove erano fino a questo momento? Alcuni di loro in effetti erano dalla parte dei censori ed erano loro stessi i censori.

Di Diego Fusaro.