Su Gaza e Ucraina dal Papa parole giuste, gli altri intellettuali insorgano e lascino da parte i deliri dell'Occidente

Che il potere si taccia, che i mostri danarosi e cupidi allentino la presa di fronte ai fiumi di sangue innocente che cola! Non lo faranno se non saremo noi, ciascuno di noi a impegnarsi come può a vantaggio di una civiltà e di un umanesimo ritrovati

Il papa era sempre ascoltato a reti unificate. La politica e lo spettacolo tacevano. Il papa era ascoltato quando era anch’egli una maschera dell’ipocrisia del potere, il pontefice a cui Pasolini si rivolge in una poesia civile accusandolo si essersi allontanato da Cristo e dai suoi insegnamenti.

Papa Francesco invece riceve poca attenzione, relegato in altre pagine dei giornali, criticato apertamente da giornalisti e piccoli burocrati, diplomatici in pensione alla ricerca di prebende. Papa Francesco è odiato dai cattolici integralisti ed è oggetto di campagne stampa da parte di giornali che non meriterebbero questo nome.

E’ un papa evangelico. E’ il papa della verità, dell’empatia, per sua stessa essenza contro il potere. 

In una visita in Svezia ricordo si divertí a prendersi gioco della retorica femminista affermando che le svedesi, dopo le loro professioni di fede sulla donna nuova e indipendente, correvano in Italia e nei paesi latini a cercare qualche uomo ancora in grado di fare la corte a una donna. Naturalmente il conformismo nordico non potè che attaccarlo.

Da tempo, con poche frasi, ritrae la situazione disperata dei conflitti nel mondo :”la terza guerra mondiale è iniziata a pezzi”. “La NATO ha abbaiato ai confini con la Russia”.

E’ infine uscito pubblicamente per pronunciare parole umane, empatiche e razionali sul conflitto in Ucraina affermando quanto anche un liceale di sinistra un tempo avrebbe affermato e capito: c’è più coraggio nella Politica, nella diplomazia che non nella guerra, soprattutto, aggiungerei, quando il conflitto non continua la politica con altri mezzi, ma è privo di scopi strategici.

L’Ucraina ha perso. La situazione sul campo oggi è evidente per tutti tranne che per i ciechi e gli ipocriti. Ma se stesse vincendo sarebbe peggio. Da questa guerra non si può uscire con una vittoria su Mosca per il semplice fatto che se la Russia vedesse messa a repentaglio la sua sicurezza esistenziale (come una vittoria NATO farebbe) ricorrerebbe alle armi nucleari.

Come Ipazia non si è mai stancata di affermare, per Kiev la neutralità sarebbe un quadro di sicurezza importante che le permetterebbe le riforme democratiche di cui ha disperatamente bisogno e l’avvicinamento all’Europa.

Per noi europei sarebbe la salvezza: la stabilizzazione della frontiera orientale, e un modus vivendi con la Russia, la cooperazione economica che ha permesso lo sviluppo economico e sociale della Germania, dell’Europa continentale e mediterranea a  cui eravamo abituati.

Le oligarchie e le loro marionette, politici e intellettuali, diplomatici con poche eccezioni che non fanno la differenza, continuano a affermare che la Russia debba essere sconfitta, frase pericolosa e demenziale. Il timore è riconoscere il potere acquisito dal resto del mondo. Le Oligarchie americane tengono in pugno quelle europee anche attraverso il lavoro della NSA sui paradisi fiscali, come afferma Todd nel suo bel libro “la défaite de l’Occident”.

Il motto è continuare le guerre, non comporre i nostri interessi con quelli degli emergenti, non cedere, rischiando escalation e conflitto nucleare.

E la società civile, la maggior parte dell’elettorato di destra, l’intellighenzia, il mondo dell’arte resta impotente e inorridito a guardare il lento procedere verso l’abisso.

I miliziani del progressismo, le truppe di Renzi, Calenda, gli ex democristiani che sembrano oggi drogati dalla retorica militarista e fascista inneggiano all’ennesima crociata.

Se alle elezioni europee gli elettori non saranno in grado di mandare segnali precisi contro le classi dirigenti neo liberiste e guerrafondaie verrrà sconfitta la pace. In questo intermezzo prima di un ordine di cui i BRICS si fanno portatori, nasceranno nuovi mostri e tutto sarà possibile. Mala tempora currunt sed peiora parantur.

Con il Papa gli intellettuali, i pochi che rimangono come Quirico, Rumiz, a qualsiasi area appartengano, devono insorgere contro l’inutile spargimento di sangue che vediamo in Ucraina e ancora di più a Gaza dove l’orrore ha raggiunto un’intensità inaccettabile, che ricorda le atrocità del secolo scorso.

Che il potere si taccia, che i mostri danarosi e cupidi allentino la presa di fronte ai fiumi di sangue innocente che cola! Non lo faranno se non saremo noi, ciascuno di noi a impegnarsi come può a vantaggio di una civiltà e di un umanesimo ritrovati.

Nel libro “l’Occidente e il nemico permanente” pubblicato da Paperfirst il 5 marzo scorso descrivo come lo spazio politico mediatico sia cambiato e sebbene la propaganda sia sempre esistita, oggi il potere di internet e degli algoritmi, la concentrazione dei media e la loro dipendenza dagli agglomerati della finanza ci sta facendo abbandonare la democrazia liberale e la libertà di espressione.

Se ci rassegnamo ora, non ci sarà più tempo. I fantasmi di Orwell sono già all’orizzonte e ci schiacceranno mentre siamo distratti da una soap o l’altra , da un baccano e l’altro.

Di Elena Basile.