Sanità, 18mila operatori aggrediti nel 2023, 2/3 donne, +260% rispetto alla media triennio 2019-2021, infermieri categoria più colpita

I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti. Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà

Sono stati 16mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e 18mila le operatrici e gli operatori coinvolti. La professione più colpita è quella degli infermieri, seguita dai medici e dagli operatori socio-sanitari. Due terzi delle persone aggredite sono donne. Gli ambienti più rischiosi risultano essere i Pronto Soccorso, le Aree di Degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti. Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà.

Sanità, 18mila operatori aggrediti nel 2023, +260% rispetto al triennio 2019-2021, infermieri la categoria più colpita

È quanto emerge dalla relazione sul 2023 dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), inviata ieri al Parlamento. L’Osservatorio, previsto dalla legge 113/2020 e istituito a gennaio 2022, è costituito dal Ministero della Salute, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Economia e Finanze e il Ministero del Lavoro, e coinvolge oltre 70 componenti tra sindacati  – tra cui la FP CGIL, Ordini professionali regioni, INAIL, AGENAS e associazioni. "Per la prima volta è stato attivato un canale strutturale di monitoraggio che ci dà il dato nazionale relativo ad aggressioni non solo di tipo fisico ma anche verbale e contro la proprietà, diverso dai dati INAIL che sono relativi unicamente agli infortuni generati dalle aggressioni", fanno sapere dalla FP Cgil. "I dati provengono dai Centri Regionali del Rischio di tutte le Regioni e dai diversi Ordini professionali. Ciò che emerge è quanto il fenomeno sia molto più ampio. Quelli riportati, inoltre, sono dati significativi ma parziali, su cui inficia l’assenza di dati raccolti in molte realtà private. Le denunce e le segnalazioni, poi, sono su base volontaria". 

I dati del triennio 2019-2021

In Italia le aggressioni denunciate e registrate nel triennio 2019-2021 sono state 4.821. Circa 1.600 l’anno, di cui il 71% sono avvenuti ai danni di una donna. I più colpiti sono gli infermieri e gli educatori che seguono tossicodipendenti e alcolisti, seguiti dagli operatori sociosanitari. Tra l’8% e il 38% degli operatori ha subito violenze fisiche e queste cifre raddoppiano se si parla di violenza verbale. A rischio, per l’Oms, ci sono gli infermieri e i medici dei pronto soccorso. Ma sono tanti quelli che non denunciano, in particolare le aggressioni verbali che restano una delle principali cause di stress.