Genova, mostra il gesto universale dell'antiviolenza al medico, quarantenne salvata dai maltrattamenti
La donna ha chiesto aiuto al dottore durante una visita domiciliare nell'appartamento. E' scattato il codice rosso: divieto avvicinamento e braccialetto elettronico
Ha mostrato le quattro dita della mano che si chiudono sul pollice appoggiato al palmo al medico arrivato in casa sua, nel quartiere di Molassana, a Genova, per una visita. Il dottore capisce all’istante che il gesto della donna è il segnale internazionale di richiesta d’aiuto, quello che convenzionalmente si utilizza per segnalare una situazione di violenza incombente o in corso, senza che l’autore se ne accorga. È grazie alla prontezza della guardia medica che una donna di 40 anni di origini iraniane e suo figlio si trovano ora in una residenza protetta. Dopo che il marito, suo connazionale di 45 anni, è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e all’uso del braccialetto elettronico. Un provvedimento adottato grazie all’inchiesta condotta dal nucleo «codici rossi» della polizia locale. L’uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia, che secondo la moglie sono proseguiti per anni. Percosse e insulti, denaro utilizzato per acquistare stupefacenti. E il divieto assoluto, per lei, d’imparare l’italiano, così da tenerla il più possibile soggiogata.
A portare alla luce questa storia è stato il medico che a fine gennaio era stato inviato nell’abitazione per una visita domiciliare. L’uomo si era accorto immediatamente dello stato di forte agitazione della donna, evidenziando una tachicardia elevata. Quando il marito era andato in un’altra stanza, ecco il segnale. Il medico non aveva detto nulla, ma aveva capito perfettamente e aveva allertato le forze dell’ordine. Da lì l’interessamento della Procura e le indagini della polizia locale. Gli investigatori avevano avvicinato la donna con grande delicatezza, per offrire al propria disponibilità all’ascolto, e alla fine la quarantenne aveva deciso di aprirsi. Raccontando di un marito succube del crack, che utilizzava il denaro di un sussidio per acquistare droga e analgesici, falsificando le ricette mediche. E poi di essere stata più volte spinta e sbattuta contro i muri e strattonata con violenza, subissata di insulti irripetibili. Il marito l’aveva minacciata di farla tornare in Iran, facendole ritirare il permesso di soggiorno, e di portarle via il figlio. Una volta sia lei che il bambino, ha raccontato la vittima agli investigatori, erano stati chiusi in uno sgabuzzino. Ultimate le indagini, gli agenti del nucleo avevano consegnato alla Procura una lunga informativa. E il giudice per le indagini preliminari Silvia Carpanini ha emesso nei confronti del quarantacinquenne la misura cautelare, eseguita nei giorni scorsi.
Sempre gli investigatori del nucleo codici rossi hanno chiuso un’indagine accusando di stalking, rapina ed estorsione un trentenne. Vittima la ex compagna. Anche per lui è scattato il divieto di avvicinamento alla donna e l’utilizzo del braccialetto elettronico.